Il trattamento del reo malato di mente nei servizi psichiatrici della Regione Puglia

Autori

  • Felice Carabellese
  • Giovanna Punzi
  • Donatella La Tegola
  • Maria Masiello
  • Ignazio Grattagliano
  • Francesco Margari

Abstract

Obiettivo della ricerca, effettuare una ricognizione sulle modalità di trattamento degli autori di reato con disturbi mentali da parte dei Centri di Salute Mentale della Regione Puglia dopo la Sentenza 253/03 della Corte Costituzionale. Con i Dipartimenti di Salute Mentale pugliesi è stata approntata una scheda di rilevazione in grado di fornire informazioni in merito ad aree considerate significative: socio-demografica (sesso, scolarità, stato civile, condizione abitativa, condizione lavorativa, caratteristiche famiglia di origine), clinica (diagnosi, numero di ricoveri, durata della presa in carico, operatori coinvolti nel trattamento, modalità e tipo trattamento, frequenza dei contatti, familiarità psichiatrica) e criminologica (tipo di reato, modalità di invio al servizio, posizione giudiziaria, grado di giudizio, autorità inviante). Attraverso l’indagine, tuttora in corso, ci si propone di effettuare una ricognizione degli autori di reato affetti da disturbi mentali in carico ai servizi territoriali nel quinquennio 2003-2007. Questi i primi dati emersi. Il 72% dei soggetti del campione è costituito da uomini, la maggior parte dei quali (51,8%) possiede il titolo di licenza media inferiore ed è celibe o nubile (63%). Gran parte dei pazienti vive con la famiglia di origine (55,6%), descritta nel 40% dei casi come “assente”. Circa il 44% del campione è affetto da disturbi dello spettro schizofrenico; il 75% del campione non presenta familiarità psichiatrica o antisociale. In merito alle modalità di trattamento ricevuto, per il 47% del campione effettua solo controlli c/o presso il CSM; il tipo di trattamento seguito dal 98% dei pazienti è costituito dalla psicofarmacoterapia, nel 43% dei casi associata ad altro tipo di trattamento (riabilitazione, psicoterapia). In maniera, cioè, del tutto sovrapponibile a quanto viene garantito agli altri pazienti. Particolarmente interessanti, infine, i primi dati relativi all’area criminologica. Il 69% del campione è costituito da soggetti inputabili, il 70% dei quali condannati a pena definitiva. Nel 25% dei casi si tratta invece di soggetti in attesa di giudizio. L’Autorità inviante è costituita in circa la metà dei casi (49%) dal Tribunale di Sorveglianza, per il resto da altri Giudici – GIP, per lo più – o collegi giudicanti, con i quali i servizi psichiatrici coinvolti non hanno in seguito mantenuto rapporti costanti e duraturi nel tempo

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Pubblicato

2014-11-24

Fascicolo

Sezione

Articoli