Criminalità violenta degli stranieri nelle province italiane: uno studio esplicativo
Autori
Andrea Di Nicola
Abstract
La letteratura sul perché gli stranieri delinquono in Italia ha generato una serie di interpretazioni teoriche, spesso mutuate dal contesto internazionale, che non sono state fino ad ora sottoposte a verifica empirica. Pertanto non si conosce ancora quali siano i fattori causali della criminalità degli stranieri nel suo complesso e con riferimento alle sue forme violente. Dopo aver distinto le teorie sul nesso tra migrazione e criminalità in quattro macro-aree (teorie culturali, teorie economiche, teorie connesse all’etichettamento e alla costruzione sociale e normativa della devianza, teorie sulla criminalità organizzata straniera e sulla “criminalità indotta”), questo articolo procede ad un loro test con riguardo alla criminalità (totale e violenta) degli stranieri nelle province italiane: quali teorie sono valide? La criminalità degli stranieri nelle province italiane è prevedibile e quanto? La criminalità degli stranieri nelle province italiane è prevedibile e quanto? In particolare le teorie sono trasformate in ipotesi misurabili per testare due modelli interpretativi: un modello 1 con la criminalità totale degli stranieri (Cs) come variabile dipendente e un modello 2 con la criminalità violenta degli stranieri (CVs) come variabile dipendente, entrambe misurate attraverso il numero di condannati stranieri ogni 10 mila stranieri residenti nel 2006. Le variabili indipendenti di entrambi i modelli riguardano fenomeni riferiti alle province italiane sempre nel 2006: accessibilità al mercato immobiliare, naturalizzazione, ricongiungimento familiare, impiego della manodopera immigrata, capacità di assorbimento del mercato lavorativo, reddito da lavoro, irregolarità di manodopera di basso livello, imprenditorialità, criminalità organizzata straniera. I risultati della regressione lineare multipla tra i tassi di condannati stranieri e queste variabili indipendenti mostrano che il modello 1 è staticamente significativo ed ha un R quadrato di 0,324, mentre il modello 2, pur anch’esso staticamente significativo, ha un R quadrato più basso, di 0,167. I lavori a basso reddito per gli stranieri, l’utilizzo di manodopera non qualificata irregolare, l’incapacità di assorbimento del mercato del lavoro, da una parte, e la presenza di criminalità organizzata straniera, dall’altra, sono tra le cause che spiegano una parte importante dei livelli di criminalità totali degli stranieri nelle province italiane. Quando però si passa a considerare la criminalità violenta, queste variabili perdono di capacità predittiva e di significatività e in questo caso sono solo i livelli di reddito provinciale degli stranieri a spiegare la loro criminalità violenta nelle province. Si può quindi concludere che le teorie economiche sul blocco delle opportunità per gli stranieri e quelle sulla delinquenza straniera indotta dalla criminalità organizzata etnica non sono tra le più adatte ad interpretare le forme violente di criminalità degli stranieri in Italia, ma si attagliano meglio al resto della delinquenza degli immigrati in Italia.