Valutazioni psichiatriche-forensi e intelligenza artificiale: nuovi scenari possibili

Autori

  • Simona Casale
  • Stefano Ferracuti
  • Giovanna Parmigiani

DOI:

https://doi.org/10.7347/RIC-032022-p211

Abstract

Si definiscono “bias cognitivi” quei processi mentali che possono condurre a elaborare giudizi imprecisi o errati. I bias possono influenzare pensieri, opinioni, condotte e sono inevitabilmente implicati anche nelle valutazioni psichiatriche-forensi. Il delicato ruolo che l’esperto in salute mentale riveste all’interno del processo peritale rende questi errori particolarmente rilevanti. Assicurarsi che un pro-cesso decisionale così complesso sia messo in atto con la dovuta attenzione e cura risulta di fondamentale importanza per garantire la maggiore tutela possibile del singolo, ma anche per evitare una mala gestione dei soldi dello Stato. Per sfuggire all’eventuale utilizzo di bias cognitivi nelle valutazioni psichiatriche-forensi, si è suggerito di standardizzare maggiormente le procedure di valutazione, ma dalla letteratura emerge che gli esperti che operano in quest’ambito sono spesso restii a mettere in di-scussione il proprio stesso operato. Di recente, l’applicazione dell’Intelligenza Artificiale (IA) al campo forense ha aperto nuove possibilità, ma, d’altro canto, ha generato nuovi interrogativi. L’IA sembra essere vantaggiosa per quei processi decisionali in cui maggiore standardizzazione è richiesta, ma i ten-tativi di utilizzo di strumenti dotati di IA in campo forense hanno messo in evidenza alcune criticità. In questo articolo, dopo aver discusso i problemi che caratterizzano sia il processo decisionale umano che quello computazionale, proporremo possibili soluzioni.

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Pubblicato

2022-12-22

Fascicolo

Sezione

Articoli