Tra una vedova nera ed una mantide religiosa: una storia di perversione e di crimine

Autori

  • Cristiano Barbieri
  • Ignazio Grattagliano

DOI:

https://doi.org/10.7347/RIC-022022-p168

Abstract

Si presenta un caso peritale nel quale l’uccisione di un soggetto 76enne invalido civile, ad opera di un soggetto 28enne, tossicodipendente, inizialmente era giudicato come un omicidio volontario pluriaggravato, ma che, nelle successive fasi del processo penale, è stato poi derubricato a titolo di omicidio colposo, anche se alcune sue caratteristiche deponevano per un omicidio praeter-intenzionale. Tale mutamento era dovuto all’attenta disamina non solo della scena del crimine e della lesività cadaverica, ma soprattutto dei rapporti tra la vittima (affetta da una forma psicotica che si manifestava anche in una sessualità tanto perversa, quanto distruttiva) ed il suo carnefice (affetto da un disturbo di personalità che ne motivava sia la tossicodipendenza, sia l’antisocialità, sia la promiscuità sessuale). Questi rapporti, del resto, si sono rivelati del tutto speculari a quelli talora esistenti tra la sfera della sessualità e quella della distruttività, così confuse nella presente fattispecie, da sostituirsi alla fine l’una all’altra, con tutte le conseguenze dal punto di vista non solo psicopatologico, ma anche criminologico.

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Pubblicato

2022-06-30

Fascicolo

Sezione

Articoli