Le catene di Pinel: pratiche riflessive della criminologia e della psichiatria forense

Autori

  • Silvio Ciappi

Abstract

Scopo di questo lavoro è delineare il quadro di avanzamento del sapere criminologico e psichiatrico forense, alla luce delle innovazioni attuariali. In primo luogo verranno analizzate le più importanti politiche criminali degli ultimi anni, in particolar modo le politiche di riduzione del danno, di sicurezza pubblica e di gestione (‘management’) del rischio. Successivamente si analizzeranno le più importanti teorie che fanno da sottofondo a tali opzioni di politica criminale, legate alle pratiche di riduzione del rischio, come le teorie sulla prevenzione situazionale e quelle sulla neutralizzazione (politiche penitenziarie di riduzione del rischio). Secondariamente verranno analizzati i nuovi parametri di valutazione attuariale in psichiatria forense: in particolar modo verrà discusso l’impianto generale della nosografia ufficiale psichiatrica, quella del DSM, e la sua presunta a-teoreticità e a-causalità. Quindi si prenderanno in esame il colloquio psichiatrico-forense e la diagnosi da esso scaturita: i delitti violenti e la criminalità giovanile verranno considerati come emblema di una opacità diagnostica che mette inevitabilmente in discussione la metodologia nosografica ufficiale. Infine verranno proposte alcune linee operative basate su di una concezione narratologica, ermeneutica ed antiepistemologica dell’azione deviante e dell’operato psichiatrico-forense (criminologia riflessiva).

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Pubblicato

2014-11-14

Fascicolo

Sezione

Articoli