La morte di Michele Sindona: l’autopsia psicologica come risorsa in un caso storico
DOI:
https://doi.org/10.7347/RIC-022019-p112Abstract
Scopo del presente contributo è di dimostrare l’applicabilità della tecnica d’analisi nota come “autopsia psicologica” anche
in casi storici nei quali siano rimasti interrogativi insoluti, o dubbi rispetto alle motivazioni, o alle azioni che hanno portato
al decesso della vittima. In quest’ottica, l’autopsia psicologica può prospettarsi non solo come un punto d’arrivo di una pratica che mira a ricostruire, laddove sia possibile, lo stato mentale pre-mortale del soggetto deceduto, ma potrebbe rivelarsi anche un interessante punto di partenza laddove emergano ulteriori elementi o spunti interpretativi utili per procedere con nuove indagini, anche se ad opera di altri (le diverse agenzie di controllo sociale). Paradigmatico in tal senso risulta il decesso di Michele Sindona, caso in cui la dinamica ed i moventi che hanno portato alla morte del banchiere per avvelenamento in un carcere di massima sicurezza presentano ancora oggi tratti oscuri.