RIFLESSIONI SULL’ESECUZIONE DELLA MISURA DI SICUREZZA IN REMS
DOI:
https://doi.org/10.7347/RIC-NS2019-p36Abstract
Con le Leggi 81/2014 e 9/2012 si è assistito al progressivo superamento degli Ospedali Psichiatrici Giudiziari (O.P.G.) e alla conseguente
apertura delle Residenze per l’Esecuzione delle Misure di Sicurezza (R.E.M.S), dando così inizio ad un’inevitabile riforma per limitare
la durata della misura di sicurezza entro il limite massimo di legge e per anteporre al concetto custodialista la necessità e il diritto alle cure.
Queste due condizioni fondamentali, hanno però offuscato quella che sarebbe dovuta essere una più approfondita analisi psichiatricoforense
per l’individuazione di un modello organizzativo basato su evidenze cliniche. Un’accurata analisi critica sull’attuale impianto normativo
deve affrontare il problema del modello strutturale delle REMS per la gestione dei diversi gradi di violenza che un soggetto
infermo può esprimere, il problema della scarsità di posti letto, e la variabilità nell’applicazione della misura di sicurezza.
Lo scopo di questo lavoro è pertanto quello di affrontare alcune problematiche che riteniamo debbano essere prese in esame dalla comunità
scientifica, sottolineando anche l’esigenza di una nuova fase dialettica-istituzionale per proporre un nuovo modello clinico-forense che
tenga conto delle evidenze scientifiche raccolte in questi primi anni di osservazione.