War is over. Psicopatologie belliche e condotte violente nei reduci

Autori

  • Rita Corsa
  • Pierpaolo Martucci

Abstract

La proliferazione dei conflitti dopo gli eventi terroristici del 2001 ha reso nuovamente attuale il tema delle psicopatologie
belliche e della loro eventuale relazione con l’incremento di condotte violente e/o anomale fra i veterani.
Nel presente articolo gli Autori ricostruiscono l’evoluzione delle categorie di disturbi psichici correlati all’esperienza bellica,
dalla sindrome da shell-shock, descritta durante la Prima Guerra Mondiale, sino al Disturbo da Stress Post Traumatico (PTSD),
derivato dalle osservazioni sui soldati americani in Vietnam. Gli Autori rievocano il fondamentale contributo della psicoanalisi
alla comprensione e al trattamento delle patologie da shell-shock, con particolare riferimento al V Congresso Internazionale
di Psicoanalisi svoltosi a Budapest nel settembre 1918.
Gli Autori analizzano inoltre i dati relativi all’incidenza di disagio mentale, crimini violenti, suicidi e altre forme di devianza
fra i reduci dell’Afghanistan e dell’Iraq. Sussistono prove di una significativa correlazione fra esperienze stressanti in combattimento,
comportamenti auto-distruttivi, abusi di sostanze, quadri depressivi e anomalie della condotta. Si è ipotizzato che
lo stesso addestramento militare possa fornire abilità e attitudini favorevoli a sviluppare carriere criminali nei reduci.

##submission.downloads##

Pubblicato

2018-09-05

Fascicolo

Sezione

Articoli