La tematica dei detenuti stranieri, connotata da una speciale rilevanza sia se considerata a livello nazionale sia a livello sovranazionale, solleva tutta una serie di questioni connesse al rispetto dei diritti delle persone che si trovano a scontare una pena in un Paese diverso da quello di origine. Tra queste, spiccano quella dell’esposizione alla discriminazione, delle difficoltà di accesso alla giustizia (dovuto fra l’altro alle barriere linguistiche), dell’isolamento relazionale, del reinserimento e dell’impatto dello status di clandestino. Dinanzi a siffatto panorama, assumono importanza centrale gli strumenti internazionali a tutela dei detenuti stranieri: particolare riguardo verrà riservato alle decisioni-quadro europee, strumenti dall’alto potenziale, ma non ancora compiutamente applicati in tutti gli Stati Membri. Tra i fenomeni su cui potrebbero impattare figurano, da un lato, quello del mutuo riconoscimento delle sentenze penali e, dall’altro, quello del trasferimento dei detenuti, delle persone in misura alternativa e dei reclusi in forza di un provvedimento cautelare: la loro corretta applicazione permetterebbe dunque un decremento degli stranieri reclusi e al contempo la possibilità di un loro reinserimento nel contesto di appartenenza. Tuttavia, ragioni ideologiche, teoriche e legislative, possono ostacolare l’applicazione delle decisioni-quadro, così che, se da un lato si rende necessario il loro recepimento all’interno dei singoli ordinamenti degli Stati Membri, dall’altro si ritiene di fondamentale importanza l’individuazione, da parte delle realtà nazionali, di quei Paesi che potrebbero rappresentare gli interlocutori privilegiati di percorsi di trasferimento che possano essere intrapresi dai soggetti interessati.