Neuroscienze e genetica comportamentale nel processo penale italiano. Casi e prospettive

Autori

  • Amedeo Santosuosso
  • Barbara Bottalico

Abstract

Dal 2009 a oggi sono stati oggetto di cronaca ben tre casi giudiziari nell’ambito dei quali la perizia psichiatrica ha riportato i risultati di indagini neuroscientifiche e di genetica comportamentale, che sono poi stati valutati dal giudice ai fini della imputabilità e/o della determinazione della pena. La possibilità di indagare più a fondo quali meccanismi siano in grado di spiegare il comportamento umano, e di trarne conclusioni utili in ambito sociale e giuridico, è innegabilmente attraente.

Un’analisi di quanto finora accaduto, tuttavia, rivela la presenza di molte questioni spinose. In particolare: a) Da un punto di vista procedurale, quale può essere la via d’ingresso nel processo penale per la prova neuroscientifica e di genetica comportamentale? b) Una volta presentate a un giudice o a una giuria, cosa possono aggiungere la neuroscienza e la genetica comportamentale alla spiegazione del comportamento umano rispetto a quanto offerto fino a oggi dalla psichiatria e dalle altre scienze forensi? c) Possono le neuro-tecniche essere di aiuto nella fase di esecuzione della pena, e come mai fino a ora non si ha notizia di casi in cui ciò sia avvenuto? Il presente contributo si propone, attraverso l’analisi della casistica italiana e alcuni cenni comparatistici con il sistema e la casistica statunitense, di approfondire le questioni alla base di queste domande e di porre le basi per alcune prime risposte.

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Pubblicato

2015-01-28

Fascicolo

Sezione

Articoli