Il reinserimento sociale del detenuto e la partecipazione della comunità civica: modelli di intervento

Autori

  • Susanna Pietralunga
  • Cristina Rossi
  • Chiara Sgarbi

Abstract

L’orientamento, già espresso dal legislatore penitenziario del ’75, di attuare un allargamento delle prospettive di intervento risocializzativo del detenuto coinvolgendo la comunità esterna nell’azione rieducativa, viene fatto proprio anche dalla normativa europea, che sollecita il ricorso alla cooperazione di organizzazioni del tessuto sociale con il personale degli istituti penitenziari, finalizzato ad un più efficace recupero sociale dei detenuti. Un ulteriore stimolo in questa direzione viene dal nuovo regolamento di esecuzione dell’ordinamento penitenziario laddove auspica l’intervento di una nuova tipologia di operatori di mediazione culturale, anche attraverso convenzioni con gli enti locali, intervento volto a fronteggiare il mutamento della popolazione detenuta di questi ultimi anni a seguito degli ingenti flussi migratori molto differenziati sul piano culturale. Si registrano peraltro nella letteratura scientifica sul tema della risocializzazione dell’autore di reato oscillazioni anche molto consistenti in rapporto alla quantità degli studi svolti su questi argomenti ed alla natura di tali riflessioni, sovente elaborate in seno alle  istituzioni locali, politiche o penitenziarie, o da soggetti che a diverso titolo operano nel contesto sociale, nel settore del reinserimento dei detenuti. Appare pertanto particolarmente interessante l’analisi dell’esperienza degli Sportelli di informazione, orientamento e mediazione culturale in carcere, nati da un progetto sperimentale della Regione Emilia Romagna del dicembre 1998. L’attività di questi Sportelli si riassume in quattro tipologie d’intervento: un’azione di informazione sui diritti di tutela giuridica dei detenuti, anche in rapporto alla fruizione dei percorsi alternativi alla detenzione; un’azione di orientamento e supporto di tali soggetti nella ricerca di condizioni idonee a facilitarne il reinserimento sociale (lavoro, riferimento domiciliare, documentazioni, etc.); un’azione di osservazione dell’evoluzione della popolazione detenuta e di monitoraggio dei suoi bisogni; un’azione di sostegno, realizzata mediante colloqui facilitati dalla presenza di mediatori culturali. Tale esperienza ha consentito di mettere in luce difficoltà e limiti delle modalità operative utilizzate, ma anche strumenti e modelli di intervento funzionali alle reali possibilità di trattamento. L’approfondimento di tali tematiche può rivestire specifica rilevanza in un momento, come quello attuale, caratterizzato da innegabili difficoltà e disorientamento, evidenziati anche dalla letteratura, circa l’individuazione di efficaci strumenti per il reinserimento dell’autore di reato.

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Pubblicato

2014-12-17

Fascicolo

Sezione

Articoli