La psicopatologia forense e la valutazione del danno all’integrità psichica: aspetti etici e metodologici

Autori

  • Tullio Bandini
  • Rosagemma Ciliberti

Abstract

Negli ultimi decenni l’espandersi delle istanze etiche ha stimolato l’attenzione del legislatore ad una considerazione più globale della persona e dei suoi fondamentali diritti, capace di affrancarsi dalle sollecitazioni meramente patrimonialistiche per rivolgersi principalmente e primariamente ai valori personali. In questo scenario anche il profilo risarcitorio si mostra favorevole ad una più ampia e integrale tutela della persona nella sua interezza volta a ricomprendere anche tutti quei danni che, almeno potenzialmente, ostacolano le attività realizzatrici dell’individuo,in tutte le sue possibili manifestazioni ed espressioni (art.2 Cost.).Nel misurarsi con questo impegno la medicina legale e, in particolare la psicopatologia forense, sollecitano una nuova sinergia interdisciplinare tra le diverse scienze, con i contributi della medicina, con l’antropologia, la sociologia, la psicologia e la filosofia. L’emergere di nuovi valori degni di tutela inducono gli Autori, al di là delle diverse nomenclature ed etichette alle varie voci di danno, ad interrogarsi sulla validità e, anche, sulla attualità di un sistema valutativo che sembra imbrigliare le attività della psicopatologia forense, entro le strette maglie di un rigido quanto asettico meccanismo tabellare. Il vero punctum dolens nasce infatti dalla consapevolezza che, indipendentemente da una precisa presa di posizione da un lato o dall’altro degli schieramenti di pensiero in ordine alla valutazione del danno psichico e/o esistenziale, il rassicurante e tradizionalmente solido meccanismo tabellare non pare sempre adeguato alla valutazione concreta di questo tipo di lesioni. Secondo gli Autori, il vero nodo da sciogliere non è, quindi, quello di stabilire se un’alterazione dell’integrità psichica sia o meno riconducibile ad una determinata casella di patologia-normalità, bensì quello di raccogliere e analizzare, come già prima del danno esistenziale, più informazioni possibili circa le alterazioni negative dell’evento dannoso, illustrandone la gravità e la compatibilità con le lesioni riportate. Il rigore metodologico proprio della medicina legale e, nello specifico, della psicopatologia forense, dovrà contribuire alla riparazione del danno all’integrità psichica ingiustamente subito dalla persona, evitando sperequazioni o duplicazioni.

##submission.downloads##

Pubblicato

2014-12-16

Fascicolo

Sezione

Articoli