La percezione sociale della camorra. L’opinione di un gruppo di giovani campani

Autori

  • Ernesto Calvanese

Abstract

Obiettivo del presente lavoro è la presentazione e l’analisi critica della percezione in tema di delinquenza organizzata, e specificamente della camorra, manifestata da alcuni gruppi di studenti campani frequentanti gli ultimi tre anni delle scuole medie superiori (licei, istituti tecnici, scuole professionali). A tale fine si è proceduto alla somministrazione di un questionario, all’uopo predisposto, a 250 giovani della provincia napoletana, residenti nei comuni di Miano, Arzano e Casoria. Raccolte in via preliminare le informazioni anagrafiche e socio-ambientali relative agli intervistati, i ragazzi sono stati successivamente coinvolti sulle tematiche al centro del nostro interesse, spazianti, tra l'altro, dalle questioni definitorie e nominalistiche, alle attività delinquenziali più tipicamente camorristiche, alle modalità di risposta dello Stato, ai rapporti tra delinquenza organizzata e apparato statale, ai suggerimenti di carattere preventivo, alle considerazioni sulle spinose questioni inerenti l’omertà e i collaboratori di giustizia. Pur con gli ovvi limiti legati alla ridotta rappresentatività del gruppo di soggetti intervistati, dai dati emersi è stato possibile identificare alcune linee guida circa l’attuale percezione sociale della camorra da parte dei giovani napoletani. Premesso che ci si è trovati di fronte ad un tasso elevato di rifiuto a rispondere (pari al 28% sul totale delle risposte) – dato questo comunque significativo e oggetto di specifica analisi –, emerge primariamente una informazione piuttosto dettagliata in relazione alla delinquenza camorristica, ai contenuti normativi che le sono propri, alle tipologie di reato per lo più messe in atto,al controllo sul territorio,alle finalità e agli strumenti utilizzati per perseguirle. In relazione alle linee guida evidenziatesi,si rileva unanimità nella disapprovazione della camorra,dell’apparato valoriale che la caratterizza, delle finalità di potere, dell’esercizio della violenza, della costante pratica di attività illecite. Forte riprovazione emerge anche nei confronti dell'omertà, atteggiamento questo, d’altro canto, in buona parte anche giustificato, in ragione delle conseguenze che potrebbero scaturire da scelte non allineate a quanto dalle camorra imposto con la minaccia. Altro momento fondante nelle opinioni degli intervistati è l’assoluta sfiducia manifestata nei riguardi del potere pubblico:ciò sia nella direzione di una situazione di collusione, collaborazione, complicità tra Stato e delinquenza organizzata,sia in quella della incapacità e inettitudine del sistema pubblico nel predisporre controllo e prevenzione-repressione nei confronti della camorra. Si appalesa infine un inquietante vissuto come rassegnato, di contiguità coatta ma inevitabile, di forzata inania, emergendo, ora della fine, un atteggiamento di fondo sicuramente nemico e ostile alla realtà camorristica, ma, nel contempo, ormai aduso alla convivenza con essa

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Pubblicato

2014-12-16

Fascicolo

Sezione

Articoli