Il minore tra famiglia e giustizia: i nuovi percorsi della consulenza psicologica nella disciplina dell’affidamento condiviso

Autori

  • Tullio Bandini
  • Lidia Alfano
  • Rosagemma Ciliberti

Abstract

In un contesto di profondi mutamenti e sollecitazioni etiche che investono la vita sociale e culturale, anche il diritto si mostra più sensibile e attento ai bisogni, alle vulnerabilità e anche alle carenze di chi, in ragione dei molteplici eventi della vita, è esposto alle altrui, ma anche alle proprie fragilità. In questa prospettiva la legge sull’affido condiviso, promuovendo un diverso impegno etico della sfera pubblica, valorizza, proprio nelle difficili situazioni di conflittualità della coppia, le capacità e le responsabilità individuali nella cura e nella attenzione verso i bisogni affettivi e morali dei figli. Il principio di bigenitorialità è lo strumento proposto per un modello di collaborazione familiare non più inteso come continuità del nucleo familiare dopo lo scioglimento dei legami, ma come restaurazione e riqualificazione dei rapporti familiari dei figli con l’uno e l’altro genitore. In sintonia con le nuove connotazioni che l’introduzione dell’affidamento condiviso ha impresso alla gestione delle responsabilità genitoriali, anche la consulenza tecnica nei procedimenti civili di separazione e di divorzio si indirizza verso configurazioni nuove e dinamiche, che sollecitano un radicale ripensamento delle finalità e modalità procedurali e metodologiche. Nel nuovo contesto di genitorialità condivisa la consulenza assume, infatti, una funzione di mediazione e progettazione degli interventi più adeguati ad accompagnare e sostenere il percorso trasformativo della famiglia, salvaguardandone gli affetti e le risorse emotive. Superata la tradizionale richiesta di valutazione del genitore “più o meno idoneo”, l’indagine peritale si indirizza, cioè, verso l’individuazione e la ricerca delle risorse affettive, pedagogiche e relazionali che tutti i componenti della famiglia sono in grado di fornire per promuovere un armonico sviluppo psico-fisico del minore, lungo il suo percorso evolutivo. In un’ottica innovata che rinuncia a patologicizzare l’evento separativo, la consulenza tecnica tende a tracciare profili funzionali di genitorialità diretti a promuovere un rapporto equilibrato tra genitore e figlio . Ciò senza trascurare il contestodi conflittualità ed emotività in cui talvolta si svolge l’indagine peritale, che se non adeguatamente valutato, nelle sue specifiche connotazioni, può incrementare tensioni e generare problematiche ulteriori. La maggiore valorizzazione dell’intersoggettività e degli aspetti relazionali del minore sollecita, altresì, una analisi sempre più completa del sistema familiare nel suo insieme, senza trascurare il ruolo del minore, delle sue interazioni, dei suoi vissuti, delle sue esigenze di figlio. Si impone, pertanto, in termini ancora più incisivi rispetto al passato, un dovere di cooperazione e interazione tra i giudici, gli avvocati e tutte le figure professionali investite del delicato compito di tutela del bambino, al fine di favorire il processo maturativo genitoriale e di consentire nuovi modelli di espressione della affettività tra i genitori e figli.

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Pubblicato

2014-12-16

Fascicolo

Sezione

Articoli