La coppia ambigua: dalla confusione affettiva al crimine

Autori

  • Cristiano Barbieri

Abstract

In ambito criminologico, un approccio al reato di tipo sia dinamico-relazionale, che antropo-fenomenologico, rappresenta una modalità preferenziale per comprenderne i prodromi e le dinamiche ed è imprescindibile nel caso in cui il delitto si realizzi all’interno di una coppia. Grazie a tali chiavi di lettura, si intende approfondire il problema del reato nella c.d. coppia ambigua. Va evidenziata la differenza sostanziale tra ambivalenza ed ambiguità: nella prima, i sentimenti di amore / odio, pur potendosi alternare nello stesso soggetto, restano sufficientemente distinti; nella seconda, non sono ancora chiaramente differenziati, per cui risultano confusi ed intercambiabili. La dizione “coppia ambigua” qualifica qui una tipologia di coppia nella quale la relazione è pervasa da confusività ed inautenticità dei reciproci investimenti affettivi, al punto da perversificare il legame e distruggere così sé e l’altro. A titolo esemplificativo, si presenta il caso di due coniugi che, già affetti da disturbi psichici pre- e post-nuziali, durante la separazione si sono rispettivamente denunciati per tentato omicidio e per lesioni personali, e sono perciò giunti all’osservazione peritale. L’ambiguità di fondo della coppia, oltre ai disturbi psichici lamentati dai soggetti, sottende due diverse fenomeniche di rilievo criminologico. Essa veniva agita alternativamente o controllata mediante modalità abnormi, auto/etero-lesive (abuso di sostanze nell’uomo, con sessualità compensatoria di tipo sado-masochista; condotte anoressiche e bulimiche nella donna, volte a sostenere e a ricambiare l’anomala sessualità del marito); oppure si traduceva in una condotta distruttiva, ad un estremo della quale vi era la violenza impulsiva nell’uomo e all’altro estremo si collocava l’odio vendicativo della donna. In entrambi i casi (rabbia ed impulsività / ostilità e vendetta), la matrice “punitiva” rimanda alla patologica dimensione dell’ambiguità, nella quale la commistione tra odio ed amore rispecchia la confusione tra l’Io e l’Altro, al punto che nessuno dei due diventa mai un Tu autentico, cioè un vero e proprio Altro Io. In ambito psichiatrico-forense, l’utilizzo delle chiavi di lettura sopracitate permette di comprendere il senso dei comportamenti criminosi e dell’ambiguità di fondo che li motiva. Infatti, sul piano psicodinamico emerge la sostanziale equivalenza tra il rapporto “perverso” che ogni partner intrattiene con l’altro, soprattutto a livello sessuale, e l’interazione che ciascuno di essi articola con la sostanza o con il cibo. In ambito antropo-fenomenologico, le gravi problematiche inerenti sia la corporeità individuale, sia la progettualità di coppia, chiamano in causa la deficitaria organizzazione della sfera della coscienza dei due partner, perché in tale contesto l’attribuzione di un significato compiuto risente negativamente della mancata distinzione tra contenuti affettivi diversi. L’aggressività si manifesta nel passaggio da una situazione di ambiguità ad una di ambivalenza, al punto che il reato può essere considerato come l’inizio di un percorso di ricostituzione personale e relazionale. Per prevenire il reato, perciò, si rende necessario aiutare la coppia in questo momento di transizione, onde evitare che l’individuazione/separazione si trasformi in un rapporto “vittima/carnefice” e pertanto in distruttività.

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Pubblicato

2014-12-16

Fascicolo

Sezione

Articoli