Il Public Criticism e l’Open Reading dei classici della letteratura italiana
DOI:
https://doi.org/10.7347/EdL-02-2024-05Parole chiave:
Strutturalismo, Narratologia cognitiva, Public Criticism, Open ReadingAbstract
Perché continuare a leggere i classici della letteratura italiana? Perché perseverare in un esercizio difficile di stile e linguaggio? Perché imporre un’esperienza forzata agli studenti? Perché la cultura del presente non basta? Questo saggio offre una riflessione sull’attuale crisi della lettura dei classici della letteratura italiana in due direzioni: introduce i metodi attraverso cui il pubblico contemporaneo si avvicina alla letteratura (soprattutto strutturalismo e narratologia cognitiva) e propone una serie di riflessioni sul modello di comunicazione elaborato negli anni Sessanta dallo strutturalista Roman Jakobson (contesto, mittente/emittente, destinatario/ricevente, contatto, codice comune e messaggio), nella convinzione che ogni classico (in questo caso della critica e non della letteratura) possa essere attualizzato, anche quando ha profondamente rinnovato gli studi letterari. L’obiettivo di queste note è superare le lamentele sull’isolamento della cultura umanistica rispetto a un mondo sempre più scientifico e tecnologico e impegnarsi per accogliere i cambiamenti inevitabili delle comunità globali, compresi la diffusione della cultura e il pubblico della letteratura. Altrimenti, la letteratura corre due rischi: accontentarsi di una critica priva di lettori, concentrata su discorsi metodologici e ricerche esclusive che affermano un’anacronistica centralità dei classici letterari; oppure formare lettori senza critica, lasciati in balia di produzioni improvvisate e meramente circostanti.
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