Ius corrigendi: la dimensione della violenza e la categoria di “educazione”

Autori

  • Giusi Ruotolo Pedagogue and honorary advisor to the Court of Appeal of the Juvenile Court of Genoa

DOI:

https://doi.org/10.7346/SE-012025-02

Parole chiave:

Diritto, Ius corrigendi, Patriarcato, Pedagogia clinica, Violenza

Abstract

Le innumerevoli forme di violenza in àmbito familiare che affliggono la società occidentale chiedono di essere indagate dal punto di vista pedagogico e pedagogico-clinico. Lo ius corrigendi, ossia il diritto di correggere o di “educare” anche tramite l’uso della forza fisica, si fonda su un’antica concezione secondo cui il marito, in quanto maschio adulto, sarebbe per natura superiore alla moglie e ai figli. Eppure, l’idea di educazione – così come viene pensata dalla pedagogia odierna – non ammette alcuna forma di violenza. Attraverso una ricerca nelle fonti storiche, con particolare riferimento al contesto italiano, si evidenzia come tale diritto abbia nei secoli influito sulle relazioni familiari e sugli ordinamenti legislativi rendendo necessaria, nella quotidianità contemporanea, un’azione educativa avversa al maschilismo.

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Pubblicato

2025-06-30