Dalla realtà aumentata alla realtà diminuita
Riflessioni pedagogiche sulla rappresentazione cinematografica della disabilità uditiva
DOI:
https://doi.org/10.7346/sipes-01-2022-08Abstract
Come mediatore culturale, il cinema ha più volte esplorato il mondo della disabilità per superare i pregiudizi e costruire occasioni di incontro e riflessione. In alcuni recenti contributi, la doppia natura del suo linguaggio - narrativa e multisensoriale - viene riorganizzata per rappresentare la disabilità uditiva in un modo nuovo, in cui la veste percettivo-sensoriale diventa elemento narrativo al posto della parola. In una prospettiva incarnata, la rappresentazione visivo-comportamentale della persona con disabilità viene sostituita dall'esperienza “ebodied” e immersiva della disabilità stessa, attraverso un realismo comunicativo basato sul sound design. L'istanza proiettiva così generata all'interno della condizione di disabilità produce un cambio di prospettiva spettatoriale, in cui la mediazione corporea accresce la capacità del cinelinguaggio di generare situazioni simili a quelle dell'apprendimento. Proprio come la realtà può essere aumentata a fini didattici attraverso la tecnologia della realtà aumentata (AR), simmetricamente lo spettro percettivo dello spettatore/utente può essere ridotto e diminuito per rendere la sua esperienza simile a quella – parziale – della disabilità.