Il Problem Based Learning: cenni storici, modelli, pratiche nelle università italiane

Autori

  • Antonella Lotti Full Professor in Teaching and Special Education, Department of Humanities, Cultural Heritage, Education, University of Foggia

DOI:

https://doi.org/10.7346/PO-012025-15

Parole chiave:

Problem Based Learning, PBL, formazione universitaria, apprendimento basato sui problemi

Abstract

Il Problem Based Learning è una strategia didattica e un organizzatore curricolare che affonda le sue radici nel pensiero di John Dewey e in particolare nel suo testo Come pensiamo (Dewey & Bove, 2019). Introdotto nell’università canadese di McMaster all’inizio degli anni Settanta, ha creato una rivoluzione nell’accademia a livello internazionale, dando luogo a un fiorire di sperimentazioni, inizialmente nelle Facoltà di Medicina e successivamente in numerosi altri corsi di laurea: da economia a giurisprudenza, ingegneria, psicologia, professioni sanitarie e cosi via. Rappresenta una strategia didattica completamente centrata sullo studente, in grado di sviluppare abilità di problem-solving, ragionamento critico, team working. In questi cinquant’anni si sono affermati numerosi modelli che prevedono diversi livelli di complessità dei problemi (un problema semplice o complesso a settimana, un mega-problema per semestre, un problema al giorno). Le Università che adottano l’apprendimento basato sui problemi spesso privilegiano una progettazione per moduli interdisciplinari. In Italia vi sono state esperienze significative di adozione del PBL nei corsi di laurea di Medicina e Chirurgia,  Scienze infermieristiche,  Scienze dell’educazione e della formazione e, ultimamente, in corsi di laurea triennali interdisciplinari in inglese. Un caso significativo è il corso di laurea di Animal Care dell’Università di Padova.

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Pubblicato

2025-06-30