Per un framework multivocale delle scuole della seconda opportunità in Europa. La specificità del caso italiano
DOI:
https://doi.org/10.7346/PO-022024-38Parole chiave:
dispersione scolastica, scuole della seconda opportunità, politica scolastica europea, dispositivo formativo italiano, mappaturaAbstract
Risale al 1995 il Libro bianco su istruzione e formazione in cui la politica europea ha proposto una serie di misure per combattere l’esclusione sociale dei giovani adulti. Tra queste, spicca il progetto-pilota delle second chance schools, allo scopo di reinserire i giovani privi di diploma in percorsi formativi innovativi, in grado di infondere nuova motivazione in una stretta alleanza tra scuola e territorio. Il modello si è rivelato vincente: le scuole della seconda opportunità si sono infatti diffuse in tutta Europa, dando vita in alcuni Paesi a vere e proprie reti nazionali (come in Francia e in Spagna), fino alla nascita di una rete europea (E2C). Tali scuole, però, hanno assunto nei vari territori forme organizzative e metodologie educativo-didattiche diverse tra loro: per questo, il contributo intende approfondire la specificità della seconda opportunità in Italia, che si differenzia dalla maggior parte degli altri Paesi europei per target interessato (studenti in età di obbligo scolastico anziché maggiorenni o in possesso della sola licenza inferiore), obiettivi didattici e dispositivo gestionale ed educativo. A tal fine, la riflessione sarà arricchita dai primi esiti di una mappatura della seconda opportunità che sta interessando la regione Lombardia.
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