EDITORIALE
Abstract
Le questioni ambientali rappresentano oggi un argomento centrato sulle aspettative sociali, un “luogo” per la presa di decisione, nel quale i cittadini sentono un forte bisogno di percepire sé stessi come parte integrante di un organismo attivo e significativo.
La domanda di un’educazione alla sostenibilità sociale per la legalità richiede
azioni urgenti, prima di tutto sul campo del fenomeno della violenza del bambino.
Negli ultimi decenni le trasformazioni socio-economiche e culturali hanno determinato la necessità di agire in diversi campi come la repressione, la riabilitazione e la prevenzione. Il nostro massimo sforzo dovrebbe essere indirizzato a comprendere il fenomeno del “rischio sociale” e le cause che lo hanno generato, al fine di pianificare azioni e interventi mirati che siano in grado di identificare “indicatori di rischio” già a partire dalla seconda infanzia.
Azioni e stili di comportamento che sono reciprocamente vantaggiosi sia per
l’ambiente che per le comunità umane dovrebbero essere il risultato di un nuovo
rapporto tra cultura e politica, economia e pedagogia.
La crisi ecologica mostra l’urgenza di una solidarietà che abbraccia il tempo e lo
spazio. La comprensione della complessità dei sistemi che compongono il nostro pianeta chiede rispetto e salvaguardia del creato. Spetta a tutti identificare e riconoscere i segni di degrado e violenza contro le persone e l’ambiente, valutare i vincoli di interdipendenza tra i processi locali e globali, considerando le sfide delle migrazioni, il cambiamento climatico, l’impatto delle attività agricole e industriali, al fine di generare una cultura di pace e di speranza per le società e tutti i loro componenti.
La pedagogia propone una prospettiva critica sull’esperienza educativa. In quanto scienza pratica i suoi orizzonti di ricerca, empirica ed eidetica affrontano gli aspetti etico-educativi che sono tipici dei processi di interpretazione e progettazione del sapere pedagogico.