Dibattere del bene: una difesa fenomenologica della ragion pratica
DOI:
https://doi.org/10.7346/SE-012021-07Abstract
Nel nostro tempo il corretto dibattere appare sempre più raro. In particolare, ci sono parole su cui sembra non si debba discutere e tra queste c'è senz'altro la parola "bene". Di questo, in un'epoca pluralista come la nostra, pare non si possa parlare anche per ragioni propriamente morali: per evitare il dogmatismo e rispettare la libertà di tutti. Tuttavia, sbarrare la possibilità di un serio e rigoroso dibattere sul bene e rinunciare con ciò all'esercizio pubblico della ragion pratica ha molte conseguenze, specie in ambito educativo. Il contributo mira a esplicitare alcune di queste conseguenze, con costante riferimento al pa-radigma fenomenologico-ermeneutico e, in particolare, al pensiero di Hannah Arendt, con la sua eredità non solo husserliana, ma anche kantiana.