Città inclusive: un normale mondo diverso (è possibile)

Autori

  • Donatella Fantozzi Dip. Civiltà e Forme del Sapere - Pisa University

DOI:

https://doi.org/10.7346/sipes-02-2022-14

Abstract

Per favorire lo sviluppo reale del senso civico è necessario che fin da bambini/e gli esseri umani siano guidati a vivere gli spazi e i tempi come geografia e storia sia personale che collettiva al contempo, come luoghi e tempi da vivere e per questo da tutelare. È necessario coinvolgere effettivamente i/le bambini/e nelle azioni progettuali che si ipotizzano: in famiglia, a scuola, nel quartiere, nella città, lavorando sui principi etici, di identità, di riconoscimento nella collettività cui si appartiene; ed è necessario far dialogare i diritti con i doveri, il desiderio di libertà con il bisogno di responsabilità. In questo senso si muove la proposta di chi scrive, basandosi su uno dei fondamenti pedagogici più antichi: una città che parte dai bisogni e dai desideri dei/lle bambini/e, che li ascolta per dare risposte, è una città che ascolta e risponde a tutti i/le suoi/sue cittadini/e. Una città che risponde ai/lle bambini/e, risponde anche alla persone con disabilità.  Rendere le città, i quartieri, le scuole, ambienti sostenibili, ovvero adeguati ad essere vissuti pienamente da chiunque, è la vera scommessa sulla quale dobbiamo rischiare: si tratta di rivoluzionare completamente le caratteristiche che connotano il nostro modo di vivere, totalmente proiettate su una visione adultocentrica, verso una visione puerocentrica.

Meglio, si tratta di rivisitare gli ambienti, gli spazi e i tempi, partendo dai Bisogni Speciali delle persone con disabilità o fragilità avendo chiaro e condiviso il concetto per cui se una situazione è vivibile per loro, è vivibile per chiunque.

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Pubblicato

2023-01-04