Maria Antonella Galanti, un disordine accuratamente ricercato
DOI:
https://doi.org/10.7346/sipes-01-2023-02Abstract
Tracciare il profilo scientifico di Maria Antonella Galanti impone necessariamente una serie di riflessioni preliminari che si dipanano all’interno e durante il profilo stesso, lo dipingono ma anche lo aprono a molte altre connotazioni. Antonella Galanti ha lavorato incessantemente tracciando in maniera dinamica i nessi fra la pedagogia e la neuropsichiatria, fra la pedagogia e la psicanalisi, fra la pedagogia e la filosofia, fra la pedagogia e l’arte. I suoi studi hanno sempre mantenuto, volutamente, confini molto aleatori; l’ibridazione continua era, per lei, condizione indispensabile, condicio sine qua non affinché la ricerca scientifica potesse definirsi tale. La caratterizzazione interdisciplinare attraversa tutti i suoi lavori al punto che si respira un consapevole quanto ricercato disordine teso a dimostrare come il pensiero umano non possa fare a meno di meticciarsi continuamente proprio per mantenersi unico e plurimo contemporaneamente, per mantenere la propria capacità di estendersi sul liminare dei confini riuscendo a stabilire relazioni che sviluppano nuovi e continui avvicinamenti e avvicendamenti, nuove e continue crisi, nuove e continue ricchezze scientifiche condivise proprio su quel borderline dove nessuna disciplina si chiude e mai resta sola, né può restare, dove i concubinaggi illegittimi auspicati da Morin (1999) sono capaci di generare affascinanti sguardi ambigui e trasversali.