Se non ubbedirai perderai la vita…: la rappresentazione della violenza di genere nelle fiabe classiche tra itinerari storici e riflessioni pedagogiche

Autori

  • Michela Baldini Dipartimento di Psicologia e Scienze dell'Educazione, Università Digitale Pegaso
  • Alessandra Mazzini Università degli Studi di Bergamo

DOI:

https://doi.org/10.7346/-we-II-04-24_03

Parole chiave:

Fiabe; Violenza di genere; Potere; Stereotipi; Consapevolezza

Abstract

Le fiabe classiche hanno spesso ritratto figure femminili passive e subordinate, limitate alla bellezza e all'obbedienza. Tuttavia, la letteratura per l'infanzia del XX secolo ha introdotto protagoniste forti e indipendenti, sfidando questi modelli tradizionali. L’articolo attraverso l'analisi di fiabe emblematiche, intende evidenziare le diverse forme di violenza, fisica e psicologica, subite dai personaggi femminili, spesso emarginati, negati o addirittura brutalizzati. L’obiettivo è sensibilizzare sull'importanza di una lettura critica di questi testi, incoraggiando una riflessione sulle implicazioni di tali rappresentazioni. L’elemento del “male”, del macabro e della violenza, anche nella fiaba classica, non è da intendersi infatti come finalizzato a incoraggiare comportamenti, né a consolare o a edificare. Esso, al contrario, dà voce alla complessità dell’umano senza temere di rappresentare anche le contraddizioni più profonde, costringendo a fare i conti con i tratti più indicibili della vita e della società. In questo senso, se ben utilizzate, anche le fiabe tradizionali possono rivelarsi strumenti educativi.

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Pubblicato

2024-12-20

Fascicolo

Sezione

Articoli