Famiglie Arcobaleno. Quando le madri (ma anche i padri) sono due

Auteurs-es

  • Barbara Mapelli

DOI :

https://doi.org/10.7346/-we-I-02-23_07

Mots-clés :

Famiglie, Famiglie arcobaleno;, Pedagogia e diritti, Mutamenti, educazione e coscienza critica

Résumé

Negli anni Settanta del Novecento si scriveva e si diceva che la famiglia era morta; ora sappiamo che non lo è e ne conosciamo anche il motivo: non è morta perché è cambiata, ha saputo rendersi plurale accogliendo nella sua definizione una molteplicità di situazioni diverse dall’immagine tradizionale della coppia eterosessuale con figli (sempre pochi). Ora appare più vicino alla realtà parlare di famiglie al plurale, anche se vi è chi vuole considerare come vera famiglia solo quella della cosiddetta ’normalità’. Sono però battaglie di retroguardia, spesso con intenti manipolatori, poiché i cambiamenti sono così profondi che certamente non possiamo prevedere un futuro, ma sappiamo che indietro ormai non si può tornare. In questa pluralità di modi di fare famiglia le famiglie arcobaleno - prevalentemente nuclei formati da persone dello stesso sesso - appaiono come una presa d’atto di molteplicità, di normalizzazione, anche se tardiva e ambigua, poiché il riconoscimento dei figli in queste coppie non è ancora entrato nella legislazione nazionale. Di questo si discute nel presente contributo, con una domanda che appare cruciale per la vocazione della rivista stessa. E’ il caso che la nostra disciplina, la pedagogia, entri nel merito di questioni che riguardano prevalentemente i diritti? La risposta può essere affermativa se si considerano le scienze dell’educazione come una metadisciplina, che raccoglie e trasforma in stimoli e riflessioni formative le questioni sollevate da altri saperi, poiché la traduzione educativa dei dilemmi, ambiguità e mutamenti del contemporaneo significa preparare e prepararci a essi elaborando un pensiero e una coscienza critica, il più possibile autonomi.

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Publié-e

2023-12-29

Numéro

Rubrique

Articoli