Anna dai capelli rossi. Ritratti di infanzie al femminile nei romanzi di formazione di Lucy Maud Montgomery

Abstract

Tra la fine dell’Ottocento e l’inizio del Novecento, la letteratura per l’infanzia è rappresentata da storie di orfane ed orfani coraggiosi che avevano affrontato con determinazione vite difficili e sfortunate senza esserne sopraffatti. Per Anne Shirley, bambina senza famiglia, avviene lo stesso percorso: la ricerca, la costruzione e la rinascita del nucleo familiare sono i temi principali intorno ai quali si basano i romanzi di formazione (Moretti, 1986; Morgenstern, 1994; Meek, Watson, 2003; Papini, Fioretti, Spignoli, 2007; Bernardi, 2011; Cambi, 2011; Calabrese, 2013; Trisciuzzi, 2014) di Lucy Maud Montgomery.

Far parte di una famiglia, sentirsi “a casa” (Beseghi, 1995; Cantatore, 2013, 2015; Vitta, 2008; Trisciuzzi, 2018; Zago, Callegari, Campagnaro, 2019), appare come la massima esigenza e centro della trama stessa, una storia ricca di poesia, di sogni, di desideri e gioia che la bambina trasmette a chi la circonda sia tra le pagine del romanzo, sia a chi legge le sue avventure, fuori dal libro. Anne assume saldamente il suo ruolo di bambina orfana e resiliente alla ricerca di un nido familiare (Trisciuzzi, 2018), un ruolo che assume e tiene ben stretto in vari libri. Anne è un’orfana che combatte vittoriosamente proprio lo stereotipo dell’orfanella (Faeti, 2010, 2013). Se le protagoniste dei romanzi a lei contemporanei sono piagnucolose o tristi o perennemente in crisi, lei è una vitalista assoluta. Anna assapora ogni momento dell’esistenza, utilizzando tutti i sensi e le sue facoltà per partecipare appieno al mondo, tentando di ricavarne gioia, sostanza, luci e colori. Infatti, le figure femminili dei romanzi della Montgomery, pur rappresentando la condizione femminile dell’epoca, compiono un originale percorso di crescita attraverso un innovativo viaggio di formazione che arriva fino ad oggi.