CALL Women & Education 2/2024

2024-05-29

Femminicidio. Definizione, analisi e narrazioni, strumenti e mezzi d'indagine, politiche formative di contrasto

 

Non c’è alcun dubbio che il Novecento sia stato il “secolo delle donne”, che hanno conquistato un ruolo migliore, quasi paritario, nella società, attraverso l’istruzione, il lavoro extradomestico e maggiori diritti civili e sessuali, in famiglia e nel rapporto con i partner. Questa forma di “successo sociale”, tuttavia, le donne lo pagano con una maggior impegno in tutti i campi, faticando molto per ottenere ruoli e carriere che prima non occupavano.

Negli Stati Uniti e in Messico nell’ultimo decennio del Novecento e agli inizi del nuovo secolo numerose femministe e studiose iniziano a denunciare il fenomeno del femminicidio, esteso e presente in tutte le classi sociali e nei vari paesi del mondo. La violenza sulle donne, risposta brutale al loro desiderio di crescere e di emanciparsi, viene finalmente definita come atto di violenza sul corpo e sulla psiche femminile, così emerge il termine “femminicidio”. A questa definizione del femminicidio, tesa a rimarcare l’aspetto misogino e sessista che nei secoli ha connotato gli omicidi di donne da parte di uomini, hanno contribuito principalmente Diana Russell, sociologa statunitense (1982; 2001), e Marcela Lagarde, antropologa messicana (2004). In Italia una prima importante denuncia sociale e giuridica compare grazie ad uno studio importante di Barbara Spinelli dal titolo: Femminicidio, edito nel 2008.

L’uso simbolico del termine “femminicidio” nelle varie campagne politiche contro la violenza di genere ne ha favorito la diffusione mondiale a livello mediatico. Da questi studi che si sono negli anni moltiplicati risulta come le politiche discriminatorie volte alla conservazione dello status quo di disparità dei generi abbiano favorito e sostenuto tale fenomeno di violenza sulle donne.

Femminicidio si ha in ogni contesto geografico, ogni volta che una donna subisce violenza fisica, psicologica economica, normativa, sociale, religiosa, familiare o extrafamiliare, insomma ogni volta che la donna, in ragione del suo genere, non possa esercitare i diritti fondamentali di libertà dell’umanità.

Questo numero di W&E tende a ripercorrere due itinerari di ricerca, in primo luogo analizzando e narrando le diverse forme di violenza o discriminazione esercitata contro le donne in quanto donne, in secondo luogo indicando i percorsi giuridici e sociali per rimuovere tali crimini, sia favorendo la diffusione di una educazione paritaria in famiglia, nella scuola e negli ambienti di lavoro, sia proponendo a livello politico una maggiore diffusione di centri antiviolenza e di rifugi per donne vittime di violenza. Particolare attenzione potrà essere dedicata alla formazione di educatori e insegnanti volta a promuovere processi d’insegnamento-apprendimento che, fin dalla prima infanzia, alimentino una cultura della parità e del rispetto

 

Scadenze:
Presentazione dell’abstract (in italiano e in inglese) agli indirizzi email
w&e@pensamultimedia.it;
simonetta.ulivieri@unifi.it: 30/06/2024.

Risposta agli Autori/Autrici per accettazione contributi: 15/07/2024.
Caricamento da parte degli Autori/Autrici del saggio completo sulla piattaforma OJS della rivista nell’area riviste della Pensa Multimedia a cui seguirà il referaggio doppio cieco: 30/09/2024.
Lingue accettate: francese, inglese, italiano, spagnolo, tedesco.
Pubblicazione entro il 31/12/2024.
Per quanto attiene la stesura dei saggi si rimanda alle norme editoriali