(S)parlare delle donne nel web sociale: l’hate speech sessista e le sfide per la Cittadinanza onlife
DOI :
https://doi.org/10.7346/-we-II-04-24_07Mots-clés :
Hate speech, odio sessista, web sociale, Cittadinanza onlife, Peer&Media EducationRésumé
L’hate speech che prende di mira le donne è costituito da elementi culturali introiettati e accettati nel nostro “senso comune” da un processo di lungo periodo. Al tempo stesso le dinamiche comunicative del digitale comportano alcune novità nell’elezione a bersaglio. Sono rilevanti fenomeni come il pensiero veloce, la banalizzazione dei contenuti, l’affermarsi di nuovi canoni di mediazione del sapere (le logiche algoritmiche), l’analfabetismo emotivo, la spirale del silenzio.
L’hate speech sessista va interpretato come sfida mediaeducativa nella prospettiva della Cittadinanza onlife, educando gli “spettautori” al tempo stesso alla fruizione e alla produzione; in questo quadro, specialmente tra i più giovani, si rivelano efficaci i progetti che ricorrono alla Peer&Media Education.
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