La condizione della donna di mafia come femicidio interiorizzato. Dinamiche trasformative
DOI:
https://doi.org/10.7346/-we-II-04-24_10Palabras clave:
Femicidio, mafia, pedagogia, psicologia del profondo, educazione di genereResumen
Il lavoro sviluppa un legame diretto e possibile tra femminicidio e mafia; illustra i posizionamenti femminili rispetto al fenomeno mafioso, e i tratti che li connotano come effetto di una mentalità femicida introiettata da tutte le donne dei clan.
Successivamente analizza il processo trasformativo delle donne che hanno rinnegato l’appartenenza al clan, dunque superstiti rispetto alla mentalità femicida, e abbracciando il cambiamento e si sono aperte ad una libertà biografica e di autodeterminazione. L’uscita da una situazione di abuso e di identificazione con l’aggressore, nell’ottica proposta dallo psicoanalista ungherese Sandor Ferenczi, risulta favorita dall’emersione del costrutto psichico dell’Orpha, cura materna del Sé, che insieme a “mani tese” non necessariamente femminili, valorizza il tratto della vulnerabilità senza paternalismi, come fattore determinante per il cambiamento.
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