Transition to a Circular Pedagogy

 

La transizione verso una pedagogia circolare

 

Esoh Elamé

Dipartimento di Ingegneria Civile, Edile e Ambientale (ICEA), Università degli Studi di Padova (Italy) – esoh.elame@dicea.unipd.it

https://orcid.org/0000-0003-1471-5923

 

Georgios Nikolaou

Department of Sciences of Education and Social Work, University of Patras (Greece) – gnikolaou@upatras.gr

https://orcid.org/0000-0002-3460-1141

 

ABSTRACT

This paper constitutes the call for papers for the Volume 23, issue S2, of Formazione & insegnamento (ISSN 2279-7505). It serves as a placeholder and as the first version of record for the editorial. We invite all Authors to cite this journal entry in the bibliography of their full papers. Once the issue is ready, it will be replaced by the final version of the editorial, which will expand on the current text. Please see the full text (below) for all details.

 

Questo contributo costituisce la call for papers per il Volume 23, fascicolo S2 di Formazione & insegnamento (ISSN 2279-7505). Ha lo scopo di fare da segnaposto e di rappresentare la prima version of record dell’editoriale. Invitiamo tutti gli Autori a citare questo contributo nella bibliografia dei loro articoli completi. Una volta completato il fascicolo, questo testo sarà sostituito dalla versione finale dell’editoriale. Si prega di consultare il testo a seguire per tutti i dettagli.

 

HOW TO CITE

Elamé, E., & Nikolaou, G. (2025). Transition to a Circular Pedagogy. Formazione & insegnamento, 23(S1), 8002. https://ojs.pensamultimedia.it/index.php/siref/article/view/8002

 

KEYWORDS

Circular pedagogy, European African Diaspora, Inclusive circular economy

Pedagogia circolare, Diaspora Africana in Europa, Economia circolare inclusiva

 

CONFLICTS OF INTEREST

The Author declares no conflicts of interest pertaining to the scientific content and wording of this contribution. Being an editorial, this paper is not subject to double blind peer review.

 

FUNDING

The publication of the journal issue is supported by EurAdice (“European African Diaspora for an inclusive circular economy”), project No. 101102547 and funded under Call ESF-2022-SOC-INNOV (European Commission, European Social Fund). EurAdice is coordinated by the University of Padova.

 

RECEVIED

February 27, 2025

 

ACCEPTED

February 28, 2025

 

PUBLISHED

February 28, 2025

 

CALL FOR PAPERS DEALINE

June 30, 2025 (no papers accepted beyond this date)


 

1. Call for papers

 

La nozione di economia circolare, che ha le sue origini in diverse scuole di pensiero degli anni Sessanta, un’epoca di grandi cambiamenti, ha iniziato a essere costruita concettualmente da due economisti ambientali, Pearce and Turner, negli anni Ottanta. Questa nozione va oltre il recupero dei rifiuti e fa ora parte di un contesto internazionale segnato da una crescente mobilitazione attorno al cambiamento climatico. L’ADEME definisce questo termine come

 

“un sistema economico di scambio e produzione che, in tutte le fasi del ciclo di vita dei prodotti (beni e servizi), mira ad aumentare l’efficienza dell’uso delle risorse e a ridurre l’impatto sull’ambiente, sviluppando nel contempo il benessere degli individui” (ADEME, 2018, p. 2).

 

L’economia circolare, che continua ad acquisire popolarità, incarna oggi la messa in discussione del modello economico neoliberista dominante, meglio noto come economia lineare basata sulla quadrilogia “estrai, produci, consuma e butta via”. Sfida lo sfruttamento eccessivo delle risorse naturali da parte dell’economia lineare e rappresenta probabilmente una soluzione per affrontare la capacità naturale della Terra di rigenerare le risorse di cui gli esseri umani hanno bisogno per vivere, limitando il più possibile la produzione di rifiuti. Ora c’è un’urgenza globale nello sviluppo di nuovi metodi di produzione e consumo responsabili. Inoltre, l’economia circolare non può contribuire a rendere invisibili le problematiche relative alla bonifica dei terreni inquinati e alla necessaria estrazione di rifiuti pericolosi da determinati rifiuti prima del loro recupero.

L’economia circolare è oggi oggetto di politiche pubbliche, normative, strategie, programmi e progetti in numerosi Paesi e istituzioni internazionali. È il caso dell’Unione Europea, della Cina, del Giappone, del Cile, della Francia, del Brasile, della Colombia, per citarne solo alcuni. A livello concettuale e teorico spicca una letteratura sempre più ricca sull’economia circolare. Ma per il momento parla meno delle correlazioni dirette tra economia circolare e migrazione, economia circolare e diritti umani, economia circolare e dialogo tra civiltà. Siamo fortemente in presenza di un’economia circolare da interculturalizzare (Esoh Elamé, 2022). Va inoltre notato che negli ultimi anni è emersa una letteratura sulle città circolari (Vialleix & Mariasine, 2019; Archambault & Hervet, 2020). Lavorare sulle città circolari permette di ridefinire le azioni organizzative dei territori per renderli insediamenti umani sostenibili.

L’Unione Europea ha iniziato a organizzarsi per attuare gradualmente le sue politiche pubbliche nel campo dell’economia circolare. Si rese conto che la crescita economica e l’esaurimento delle risorse naturali devono essere sistematicamente collegati per preservare gli ecosistemi. Il passaggio dall’economia lineare all’economia circolare riguarda sia i paesi in via di sviluppo sia quelli industrializzati.

I paesi africani sono ricchi di iniziative di economia circolare informale. Queste pratiche civiche riguardano la circolazione dei materiali e alimentano la prospettiva socio-spaziale della transizione verso l’economia circolare istituzionale. Si tratta di iniziative locali e cittadine dell’economia circolare che nascono dall’ingegneria sociale delle popolazioni e delle loro tradizioni che, allo stadio attuale, non dipendono dalle tabelle di marcia degli Stati e tanto meno dalle autorità locali. I paesi africani fanno fatica per appropriarsi formalmente dell’economia circolare. Nei paesi africani manca una rete di scambi dinamici, che potrebbe assomigliare o dare origine a “simbiosi industriali” (Diemer, 2016).

Sarebbe quindi opportuno intensificare gli sforzi di collaborazione e cooperazione industriale tra aziende europee e africane nell’economia circolare. Le iniziative a favore dell’economia circolare tra Africa e Unione Europea sono possibili a condizione che esista una politica pubblica efficace in questo ambito, guidata da un capitale umano impegnato e dinamico. Tuttavia, non bisogna dimenticare che sulla strada della transizione dell’Africa e dell’Unione Europea verso l’economia circolare sorgeranno comunque numerosi ostacoli.

Il presente bando fa parte del progetto “European African Diaspora for an inclusive circular economy”, acronimo EurAdice, n° 101102547, Call: ESF-2022-SOC-INNOV, finanziato dalla Commissione Europea e coordinato dall’Università degli Studi di Padova.

 

2. Temi trattati

 

L’obiettivo di questo bando è proporre un’analisi che consenta di comprendere meglio le sfide e le opportunità dell’economia circolare sia nei paesi dell’Unione Europea che nei paesi africani. La conferenza mette in luce i progressi compiuti negli ultimi anni nella concettualizzazione dell’economia circolare per renderla un vero motore di cambiamento di fronte alle sfide climatiche. I diversi contributi dovranno riguardare l’economia circolare in Europa e in Africa. I temi prioritari di questo invito sono i seguenti:

 

·       Interculturalizzare il pensiero circolare (Le dimensioni culturali e interculturali dell’economia circolare)

·       L’economia circolare nell’Unione Europea: problematiche economiche, sociali, ambientali e culturali.

·       L’economia circolare in Africa: questioni economiche, sociali, ambientali e culturali.

·       Migrazioni ed economia circolare in Europa.

·       Pratiche di economia circolare all’interno delle comunità di migranti.

·       Cooperazione decentralizzata/diplomazia cittadina ed economia circolare.

·       Diritti umani ed economia circolare.

·       Economia circolare e aiuti umanitari.

·       Politiche pubbliche per l’economia circolare.

·       Pratiche informali dell’economia circolare in Africa.

·       Le buone pratiche di economia circolare in Africa e nei paesi membri dell’Unione Europea.

·       Economia circolare e città sostenibili.

·       Città circolari.

·       Economia circolare e città intelligenti.

·       Meccanismi e strumenti di governance urbana ed economia circolare.

·       Pianificazione urbana sostenibile ed economia circolare.

·       Leggi e regolamenti favorevoli all’ecodesign e al recupero dei rifiuti

·       Prevenzione e recupero dei rifiuti organici.

·       Prolungare la durata di vita degli oggetti.

·       Ecodesign.

·       Riutilizzo, riciclaggio nell’arredamento, nell’edilizia, nei tessili.

·       Economia circolare e contaminazione del suolo.

·       Pedagogia circolare: integrare l’economia circolare nella didattica.

 

Sono benvenuti tutti i contributi con una dimensione empirica, teorica e concettuale. Devono mirare ad arricchire l’attuale letteratura scientifica sull’economia circolare che vada ben oltre le questioni ambientali. Devono inoltre contribuire a promuovere discussioni approfondite volte a fare dell’economia circolare l’economia dello sviluppo sostenibile.


 

3. Regole del bando

 

3.1. Scadenziario

 

I testi completi dei contributi devono essere inviati entro il 30 giugno 2025. La finestra prevista per la pubblicazione si chiude il 30 novembre 2025. Eventuali proroghe saranno indicate negli aggiornamenti al presente bando. La Redazione si impegna a elaborare gli articoli entro le tempistiche indicate in calce alla descrizione del processo di revisione. La Redazione si riserva di chiudere il bando anticipatamente in caso, prima della scadenza, si raggiunga una massa critica di contributi che hanno superato la peer review e che consentano di “chiudere” il fascicolo. Eventuali contributi non selezionati dal guest editor o sottoposti alla Redazione in ritardo rispetto alle scadenze potranno essere considerati per un numero regolare.

Per maggiori informazioni sul processo di revisione: https://ojs.pensamultimedia.it/index.php/siref/review_policies_and_regulations

 

3.2. Tipo e formato dei contributi

 

·       Il tipo di contributi accettato da formazione e insegnamento è descritto al seguente link: https://ojs.pensamultimedia.it/index.php/siref/paper_types

·       Si prega di prendere nota della lunghezza del corpo del testo dei contributi (cioè esclusi pagina del titolo, abstract, parole chiave e bibliografia): 3,500‍–‍6,000 parole.

·       I contributi devono costituire ricerca originale, non devono contenere plagio o violazioni di copyright.

o   Per dettagli su copyright e licenza: https://ojs.pensamultimedia.it/index.php/siref/copyright-and-licensing

o   Codice etico della rivista: https://ojs.pensamultimedia.it/index.php/siref/ethical_statement

o   AI Policy: https://ojs.pensamultimedia.it/index.php/siref/ethical_statement (in calce)

·       Formazione & insegnamento pubblica in: inglese, italiano, spagnolo, portoghese. Inoltre, con il presente numero speciale, è re-introdotta la lingua francese (successivamente alla sospensione del 2022). Gli autori di lingua francese sono pregati di pazientare perché l’interfaccia in lingua francese del sito è ancora in fase di lavorazione. Sarà disponibile un’opzione per inviare i contributi in lingua francese nel sistema gestionale.

·       I contributi vanno redatti in APA7, rispettandone quindi non solo lo stile bibliografico, ma anche l’interlinea e l’impaginazione. In particolare, si ricorda che:

o   Non possono essere utilizzate note a piè di pagina a scopo bibliografico

o   Ad ogni modo, l’uso di note a piè di pagina è fortemente sconsigliato

o   APA7, in estrema sintesi, prevede pagine A4 con margini di un pollice, Roman script, allineamento a sinistra, interlinea doppia (o 1.5), indentazione per le citazioni, nessun uso di cosmesi particolare (in pratica, il documento assomiglierà a una pagina battuta a macchina da scrivere, con circa 350 parole a pagina)

o   È raccomandato l’uso del Reference Manager Zotero o di qualunque altro reference manager integrato nei programmi di elaborazione testi. Se lo utilizzate, tuttavia, assicuratevi di rimuovere le macro con il comando “unlink citations” prima di inviare

o   Per maggiori dettagli, fare riferimento a: https://ojs.pensamultimedia.it/index.php/siref/ethical_statement (e ai link indicati)

 

3.3. Processo di revisione

 

La pubblicazione del numero speciale non eccepisce rispetto alle normali regole per la revisione tra pari adottata dalla rivista, che prevede:

·       Doppio cieco

·       Revisori esterni e indipendenti, privi di conflitti d’interesse con gli Autori

·       Revisori qualificati (detentori di dottorato di ricerca o di elevata qualificazione, valutata dalla Redazione attraverso l’esame del CV)

·       Utilizzo del sistema gestionale PKP OJS

Lo screening editoriale preliminare (desk review) ha lo scopo di valutare l’adeguatezza della proposta ai criteri minimi di presentazione del contributo. Per maggiori informazioni sul perché i contributi vengono respinti in sede di valutazione preliminare: https://ojs.pensamultimedia.it/index.php/siref/libraryFiles/downloadPublic/91

 

3.4. Il ruolo del guest editor

 

Il guest editor sottoscritto affianca la Redazione nelle seguenti fasi:

·       Valutazione preliminare dei contributi (per verificare l’adeguamento al contenuto del bando)

·       Formulazione di raccomandazioni per la selezione dei Revisori esterni

·       Formulazione di raccomandazione finale, una volta presa visione del responso dei Revisori esterni

·       Redazione dell’editoriale

·       Diffusione e pubblicizzazione della call

·       Comunicazione con gli Autori

 

3.5. Discrepanze

 

In caso di discrepanze tra il presente testo e le policy della rivista, queste ultime hanno la prelazione.

 

Riferimenti bibliografici

 

Archambault, S., & Hervet, B. (2020). Chapitre 15. La ville durable, circulaire par nature. In O. Ortega (Ed.), Fabriquer la ville durable (pp. 207–216). Le Moniteur.

ADEME. (2018). Economie circulaire. http://www.ademe.fr/expertises/economie-circulaire

Bauwens, T., Hekkert, M., & Kirchherr, J. (2020). Circular futures: What will they look like? Ecological Economics, 175, 106703. https://doi.org/10.1016/j.ecolecon.2020.106703

Diemer, A. (2016). Les symbioses industrielles : Un nouveau champ d’analyse pour l’économie industrielle. Innovations, 50, 65–94.

Elamé, E. (2023). The sustainable city in Africa facing the challenge of liquid sanitation. John Wiley & Sons.

Elamé, E. (Ed.). (2022). Sustainable intercultural urbanism at the service of the African city of tomorrow. John Wiley & Sons.

Henry, M., Bauwens, T., Hekkert, M., & Kirchherr, J. (2020). A typology of circular start-ups: An analysis of 128 circular business models. Journal of Cleaner Production, 245, 118528. https://doi.org/10.1016/j.jclepro.2019.118528

Fondation Ellen MacArthur (FEM), & McKinsey & Company. (2012). Vers une économie circulaire (Vol. 1): Arguments économiques en faveur d’une transition accélérée. Founding Partners of the Ellen MacArthur Foundation. https://www.quebeccirculaire.org/data/sources/users/11/vers-une-economie-circulaire.pdf

Gallaud, D., & Laperche, B. (2016). Circular economy, industrial ecology and short supply chains. Wiley/ISTE.

Kirchherr, J., Reike, D., & Hekkert, M. (2017). Conceptualizing the circular economy: An analysis of 114 definitions. Resources, Conservation and Recycling, 127, 221–232. https://doi.org/10.1016/j.resconrec.2017.09.005

Maillefert, M., & Robert, I. (2017). Nouveaux modèles économiques et création de valeur territoriale autour de l’économie circulaire, de l’économie de la fonctionnalité et de l’écologie industrielle. Revue d’Économie Régionale & Urbaine, 5, 905–934. https://shs.cairn.info/revue-d-economie-regionale-et-urbaine-2017-5-page-905

Vialleix, M., & Mariasine, L. (2019). Villes et territoires circulaires: De la théorie à la pratique. HAL. https://hal.science/hal-02356952v1

Pearce, D. W., & Turner, R. K. (1989). Economics of natural resources and the environment. Harvester Wheatsheaf. https://doi.org/10.56021/9780801839863