Scritture ‘in articulo mortis’: Dante, Testori, i Tre Lai

Autori

  • CARLO SERAFINI

DOI:

https://doi.org/10.7347/PLXXII-422022-04

Abstract

Il contributo si propone di indagare i Tre Lai di Giovanni Testori, opera teatrale del 1992 strutturata in tre monologhi che il drammaturgo di Novate compose nella stanza dell’ospedale negli ultimi momenti della sua vita. Si tratta di un per-corso, di un iter che porta dalla perdizione alla salvezza attraverso l’attesa e la spe-ranza. I tre monologhi sono affidati a tre personaggi storici esemplari, Cleopatra, Erodiade e la Vergine Maria, e sono tre lamenti di morte: Cleopatra per Antonio, Erodiade per Giovanni Battista, la Vergine per il figlio crocifisso. L’ambientazione è nella Valsassina, regione amata dallo scrittore, nonché luogo della sua infanzia, e della stessa Valsassina è anche la lingua: i tre monologhi sono scritti in dialetto, per la sentita esigenza di Testori, negli ultimi anni della sua vita, di ritornare alle origini, alla autenticità di quei luoghi e del loro dire. L’opera è una sorta di testamento spirituale di Testori, scritto in articulo mortis, un iter di salvezza sulla struttura dell’opera di Dante. Un “Divina commedia lom-barda”, come è stata definita, che sintetizza in chiave di speranza l’opera omnia di Testori dai periodi della perdizione alla luce finale.

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Pubblicato

2022-12-29

Fascicolo

Sezione

Dialoghi