Il Convegno Il poeta e il suo pubblico. Lettura e commento dei testi lirici nel Cinquecento

Autori

  • Isabella Becherucci

Abstract

Più che giustificate in questa sede, e tutto sommato essenziali, le cerimonie di apertura, tanto più per un convegno che cade in occasione dell’anniversario dei dieci anni della Fondazione Barbier-Mueller che è uno dei suoi principali sostenitori, oltre che il centro di gravitazione di studiosi di tutto il mondo per la bella collezione di cinquecentine ora depositata nella Biblioteca di Italiano – parte della Biblioteca della Facoltà di Lettere dell’Università di Ginevra – e di cui fresco di stampa giunge sulla tavola dei conferenzieri, come strumento indispensabile di lavoro, il monumentale catalogo. È, dunque, al prof. Michel Jeanneret, Presidente della Fondazione Barbier- Mueller, che si deve, dopo i rapidi saluti della D.ssa Lorenzo (addetta all’Istituto Culturale d’Italia in Zurigo, in sostituzione del Console generale d’Italia) e del Decano della Facoltà di Lettere, prof. Eric Wehrli, l’interessante ricostruzione delle vicende che hanno portato alla nascita di questa Fondazione che, assieme alla Martin Bodmer a Cologny, assolve ora al compito di promuovere lo studio della cultura rinascimentale italiana.

Come riprenderà nella tarda serata Jean Balsamo, ad introduzione della sua lezione su Montaigne, lettore dei poeti italiani (scelta come conferenza annuale della Fondazione), l’origine di questa rinascita di studi si deve agli straordinari interessi bibliografici di Jean Paul Barbier-Mueller il quale, partito dalla collezione di principes ed edizioni a tirature rarissime dei poeti della Pléiade e dei loro successori fino alla fine del XVI secolo (per la quale cura egli stesso un catalogo scientifico ricco di informazioni bibliografiche e biografiche) arriva ad occuparsi e raccogliere le edizioni dei poeti italiani che furono modello per gli amati scrittori francesi del XVI secolo: creando, così, anche quella collezione italiana che, accresciutasi nel tempo fino a raggiungere i 450 pezzi fra incunaboli ed edizioni fino a tutto il 1600 – come peraltro ci informa ora il catalogo – e divenuta di conseguenza autonoma dal suo tronco di partenza, è stata affidata, sotto forma di Fondazione, all’Università di Ginevra.

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Pubblicato

2015-01-20

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