Un centenario per Carducci

Autori

  • Umberto Carpi

Abstract

Occasione importante, questa del centenario, per un Carducci oggetto di infinite discussioni e anche di molti e validi studi particolari, ma che attende ancora un’interpretazione globale nell’interezza del suo lungo percorso attraverso i primi decenni dell’Italia unita, il poeta, il polemista e prosatore – avrebbe detto Luigi Russo – etico-politico, lo storico e il critico, l’editore e commentatore di testi, il protagonista di una straordinaria rete epistolare pubblica e privata, insomma nel complesso – con De Sanctis e sia pur del tutto differentemente da De Sanctis – la maggior personalità intellettuale uscita dal Risorgimento. Né sarà male rammentare che il centenario è del 1907, una data che in morte di Carducci ci porta a risalire verso il Risorgimento e la prima fase unitaria, ma che in sé trascina verso la corrente del Novecento, già segnata com’era da una critica radicale del processo unitario ovvero da una sua oleografia nazionalistica, l’una e l’altra estranee a Carducci: l’imminente «Voce», di cui pure alla fine del 2008 affronteremo il cruciale centenario, proporrà il Risorgimento di Anzilotti, però anche l’apologia della Lotta politica in Italia di Oriani e il neo-nazionalismo di Caroncini; né il suo Medio Evo sarà più quello di Carducci – ancor tutto fra Sismondi e Quinet – bensì il nuovo di Salvemini e di Volpe.

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Pubblicato

2015-01-15

Fascicolo

Sezione

Articoli