Tre pastiches montaliani di Fabio Pusterla

Autori

  • Pietro Benzoni

Abstract

Quanti e quanto vari siano gli echi e gli influssi montaliani nell’opera poetica di Fabio Pusterla si è cercato di mostrare, con una certa ampiezza di riscontri, in altra sede. Ora, invece, ci si concentrerà su tre componimenti – tratti da raccolte diverse: L’anguilla del Reno da Bocksten; Sabato a Sintra da Le cose senza storia; Il dronte da Concessione all’inverno – che, oltre a condensare le più peculiari tecniche di assimilazione pusterliane, nel loro assorbire e rivisitare il bestiario allegorico di Montale, tendono a definire un corpus in qualche modo omogeneo, compattato da un fitto e significativo reticolo di echi intertestuali. Tre casi privilegiati che mostrano bene, mi sembra, come alcuni degli esiti più felici e originali della poesia pusterliana siano, paradossalmente, il risultato di una imitazione radicale, per certi versi abnorme.

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Pubblicato

2015-01-15

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