“Docilità, modestia, sacrificio e abnegazione”. Formazione e carriera magistrale nel Regno d’Italia, tra modelli pedagogici europei e compromessi del sapere al femminile
DOI:
https://doi.org/10.7346/aspei-022025-15Parole chiave:
Regno d’Italia, formazione magistrale, scuola normale, positivismo pedagogico, questioni di genere.Abstract
Nel “lungo” Ottocento europeo, l’alfabetizzazione di massa fu cruciale per l’affermazione degli Stati moderni. I maestri furono riconosciuti come funzionari pubblici e agenti di modernizzazione, e lo scambio di teorie e prassi educative a livello continentale creò uno “spirito del tempo” pedagogico che influenzò la formazione docente. Il presente studio analizza l’evoluzione della formazione magistrale in Italia tra XIX e XX secolo e il suo progressivo allineamento al trend europeo, assimilando e reinterpretando modelli pedagogici d’avanguardia per la costruzione di una professionalità docente moderna. La ricerca si concentra sulla diffusione delle scuole normali, la progressiva femminilizzazione della professione e l’influsso del positivismo pedagogico europeo nei programmi e nei metodi d’insegnamento (adozione del metodo oggettivo, annessione dei giardini d’infanzia, importanza del tirocinio formativo, ecc.).
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