La povertà educativa in Italia: il carcere, un caso di specie
DOI :
https://doi.org/10.7346/aspei-022023-14Mots-clés :
capacità, conoscenze, popolazione detenuta, povertà educativa, istruzioneRésumé
Nell’articolo si parte dalla definizione di povertà educativa come diretta conseguenza di disuguaglianze sociali che impediscono di portare a compimento il proprio percorso educativo/formativo; determinano il mancato utilizzo e la perdita delle conoscenze acquisite; comportano bassi livelli di “competenze” di base. Guardando alla popolazione detenuta, le percentuali dell’abbandono scolastico e dello scarso livello di istruzione rapportati ai titoli di studio fanno emergere un quadro di forte deprivazione educativa in cui istruzione e cultura risaltano quali elementi centrali per assicurare a ogni singolo individuo non soltanto un lavoro, ma le capacità necessarie per affrontarne le diverse fasi, migliorando la qualità della propria vita. In tale contesto merito e valutazione non possono che abbracciare l’intera gamma delle capacità dell’adulto “ristretto” considerando livello di istruzione, capacità di “mobilizzazione” delle eventuali conoscenze pregresse e l’ambito in cui tali conoscenze si sono sviluppate o si sono involute.