Dal “ti faccio vedere” della conservazione al “ti faccio vedere” dell’emancipazione. L’esempio delle madri come atto educativo
DOI :
https://doi.org/10.7346/-we-II-03-24_09Mots-clés :
Madri, figlie, educazione, conservazione, emancipazioneRésumé
L’educazione delle bambine ha conosciuto, nel corso del tempo – un tempo che ha attraversato i secoli fino al Novecento – una storia pressoché immutabile, fatta di gesti più che di parole, a imitazione di comportamenti, di atteggiamenti, di punti di vista e di valori delle figure femminili che provvedevano alla loro educazione: le mamme, le nonne, le parenti, le vicine. Quello femminile è stato, infatti, per lungo tempo un ruolo interamente ed esclusivamente giocato all'interno della casa, attraverso il «ti faccio vedere», tramite ideale per la realizzazione di pratiche di coltivazione e di cura che avevano, tutte, l’obiettivo di conformare all’unico modello di moglie e di madre il destino delle bambine.
Le lotte femministe, la progressiva conquista delle donne all’istruzione e quindi al lavoro hanno via via modificato il modello da imitare, mantenendo però inalterato il ruolo delle madri rispetto all’educazione delle bambine e al loro cammino di emancipazione e di riscatto da una millenaria storia di dipendenza e anche di violenza (peraltro, ancora dura a morire) che l’aveva caratterizzata per secoli.
Nel contributo si cercherà, attraverso le narrazioni di alcune giovani donne universitarie, di approfondire forme, linguaggi e comportamenti tramite cui le madri (e più in generale le donne adulte) contribuiscono oggi a costruire l’identità femminile, recuperando il filo rosso che lega le donne delle varie generazioni e la pregnanza educativa che caratterizza le loro relazioni.
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