perFormare il materno: spazi e pratiche per una pedagogia sensibile
DOI :
https://doi.org/10.7346/-we-II-03-24_16Mots-clés :
Corporeità, spazio relazionale, Cura del Sé, pratiche performativeRésumé
Il contributo offre una lettura in chiave critica dell’immaginario prodotto intorno alla figura materna e alla sua ‘naturale’ vocazione al lavoro di cura. Anche attraverso gli studi del pensiero femminista e della differenza e quelli fenomenologici (Braidotti; Irigaray; Zambrano) il saggio è occasione per guardare al corpo materno come dispositivo da restituire alla sua natura plastica per riappropriarsi di spazi di educazione al sentire e di pratica di Cura di Sé e dell’Altro. In questo contesto teorico, lo scritto ripercorre il lavoro realizzato in una Scuola dell’Infanzia nel rione di Forcella a Napoli coinvolgendo un piccolo gruppo di mamme e loro figli in un primo intervento di educazione alla comunicazione e alla relazione di cura attraverso l’introduzione alle pratiche ‘embodied’.
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