«C’era una volta una signora che non aveva un bambino...». C’era una volta un bambino di plastica... Maternità e infanzia nelle storie di Donatella Ziliotto
DOI:
https://doi.org/10.7346/-we-II-03-24_14Palabras clave:
Maternità, infanzia, Donatella Zilotto, letteratura per l'infanzia, autobiografiaResumen
Maternità è il termine che l'essere umano ha inventato per definire colei che, con il suo corpo, è in grado di generare la vita e che per questo chiamiamo madre, sottolineando la dimensione creativa di un atto che, come ci racconta Martin Heidegger nella sua favola della cura, è strettamente legato all’humus, la terra, ovvero alla sostanza di tutte le cose, perché da essa, appunto, la cura lo ha plasmato, e fortemente mosso dal desiderio (di ciò che non si ha, ma che si potrebbe avere), che è vulnerabilità. Ragionare di maternità collegandola a questa dimensione creativa e generativa significa anche, inevitabilmente, espandere il concetto, ampliandolo fino a comprendere, oltre a quella naturale, forme “altre” di maternità. La letteratura per l'infanzia, tra le altre letterature, specialmente quella scritta dalle donne, si offre come luogo metaforico ove si sedimentano, stratificate e latenti, le tracce di questa riflessione. Oggetto di analisi nel contributo sarà Il bambino di plastica, di Donatella Ziliotto, una raccolta di racconti nella quale la scrittrice esplora, tra le altre, proprio questa dimensione del materno, tra autobiografia e fictio letteraria.
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