Who wants a son doesn’t insist? Medically assisted reproduction in Italy: voices from a research
DOI:
https://doi.org/10.7346/-we-I-02-23_15Schlagworte:
Infertility,, medically assisted procreation, maternity,, medicalization,, gender.Abstract
L’articolo intende indagare il delicato tema della Procreazione Medicalmente Assistita (PMA), con uno sguardo focalizzato sull’infertilità femminile e sullo stigma sociale che essa comporta nel contesto italiano, per comprendere come in essa si incrocino diversi assi di osservazione: il tema del lavoro, in quanto la condizione precaria delle ultime generazioni di donne non ha permesso una adeguata pianificazione familiare; l’aspetto economico; il fattore dell’età; la frustrazione dei percorsi medici spesso invasivi e inconcludenti con il relativo impatto psicologico (depressione, distanziamento emozionale dal partner, stigma sociale); i rischi per la salute (eventuale sviluppo di patologie correlate al protrarsi delle terapie); le differenze etniche (poche coppie migranti si rivolgono ai centri PMA per ragioni culturali e economiche) e geografiche (i centri sono soprattutto al Nord Italia, il ché generà “migrazioni interne”). La PMA rimane un argomento tabù di cui in Italia si parla pochissimo per via dello stigma che ad essa si associa. L’articolo, attraverso interviste inedite a madri che hanno avuto figli/e attraverso la PMA vuole dare voce a questo desiderio, con uno sguardo alle problematiche successive: quelle di una genitorialità sentita come “speciale”, perché perseguita spesso a costo di un lungo percorso di medicalizzazione femminile.
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