Homo existimatus, tempo avverso e senso della misura
DOI:
https://doi.org/10.7347/spgs-01s-2023-47Parole chiave:
Misurazione; Valutazione; Tempo avverso; Condizione umana; EducazioneAbstract
Misurazione e valutazione sono l’imperativo del nostro tempo. Se alcuni studiosi sostengono che l’esigenza di quantificare ogni attività umana è diventata un’ossessione, si parla infatti di “tirannia della valutazione”, altri affermano che la questione non riguarda soltanto l’ambito educativo-formativo e economico-aziendale dove i due processi trovano naturale collocazione, ma aspetti della vita (relazioni, ore di lavoro, chilometri percorsi, like ricevuti, tempo libero, ecc.) che spingono a quantificare ogni attività umana. Il contributo focalizza un aspetto del tema poco indagato, cioè la condizione dell’uomo come Homo existimatus, e muove da due interrogativi: qual è l’unità di misura dell’umanità e se misurare e misurarsi serva a sentirsi esistenti o a migliorarsi. Interrogativi utili alla riflessione pedagogica per orientare il processo educativo-formativo delle generazioni future.