Per un'educazione fenomenologica "tra le righe". I miei martedì col professore
DOI:
https://doi.org/10.7347/spgs-01-2024-20Parole chiave:
Educazione, Pedagogia, Letteratura, Fenomenologia, EsistenzaAbstract
La formazione è un processo complesso, dinamico e, se è vero che la pedagogia deve assumere un carattere rigorosamente scientifico per analizzare le variabili educative, è altrettanto vero, riecheggiando don Bosco, che l’educazione è cosa di cuore e, qualche volta, per comprendere il fenomeno che ci sta attorno, bisogna semplicemente “lasciarsi andare”. Lasciarsi andare come quando si ascolta all’improvviso una canzone mandata alla radio facendo riemergere antichi ricordi, tali da far sì che il flusso emotivo prenda il posto del pensiero (Le Doux, 1996/1998) o come quando si legge un libro e la carica emozionale che trasmette, in qualsiasi forma essa si manifesti, ci indica nuove traiettorie da seguire o, ancora meglio, ci ridesta da un sonno, “un’anestesia” provocata dall’effimero e dall’illusione. “I miei martedì col professore” è un testo che ha il pregio di ridisegnare, dopo averlo letto, i nostri, direbbe G. Acone (2004), orizzonti di senso.
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