«Desolata t’attende…» (La Casa dei doganieri di Montale)
Abstract
Per Angelo Barile, la Casa dei doganieri (nel séguito CdD) è «una delle poesie di Montale più chiare». Un giudizio da intendere sullo sfondo delle accuse di oscurità che avevano accompagnato gli esordi poetici degli Ossi e delle Occasioni. La chiarezza della CdD non vuol certo dire immediata comprensibilità, facilità del dettato lirico: è piuttosto garanzia di una verità profonda, lontana «dalla ‘posa’ dei finti ermetici, dalle complicazioni gratuite di chi non ha nulla da dire, o soltanto delle brutte bugìe!» (GADDA, p. 769); in altri termini, la poesia di Montale è chiara perché contiene una sua logica, un «contenuto razionale» (CENCETTI, p. 7), fondati su un onesto impegno di significazione e di comunicazione (cfr. l’intervento di Montale sull’ermetismo pubblicato nel 1940 su «Primato», ora in AMS, pp. 1531-1534).
Rendere conto della ‘chiarezza’ della CdD vorrà dire descrivere e, ove si ritenga possibile e utile, scioglierne la complessità; e questo entro la misura richiamata dallo stesso Montale: «tra il non capir nulla e il capir troppo c’è una via di mezzo, un juste milieu che i poeti, d’istinto, rispettano più dei loro critici; ma al di qua o al di là di questo margine non c’è salvezza né per la poesia né per la critica. C’è solo una landa troppo oscura o troppo chiara» (AMS, p. 1493). La metafora luminosa ricorda un’illustrazione della pedagogia3 continiana, espressa in una sua recensione del 1946, dove l’erudizione «non sempre peregrina» del commentatore (ma si parlava anche di «mancanza di sobrietà», di «ostentazione d’una facoltà ragionativa ancor più faconda che sottile») «non lascia spiraglio all’immaginazione del lettore e proietta fasci di luce anche su particolari che tollererebbero la penombra discreta del suggerimento, ma non reggono a un’illuminazione così perentoria». Una forma di attenzione per il testo poetico, e per il lettore, che rinviano al carattere sussidiario del commento, strumento per ulteriori «esercizi di lettura». Si terrà poi presente che questo senso della misura, questo continiano principio d’economia «non vuol dire risparmio, ma ipotesi la meno dispendiosa in quanto, caso per caso, risulti la più adatta al documento affrontato» (POZZI, p. 313).