La morale del racconto. L’avventura di uno sciatore di Italo Calvino

Autori

  • Giovanni Bardazzi

Abstract

Allo skilift c’era la coda. La comitiva dei ragazzi venuti col pullman s’era messa in fila, affiancandosi a sci paralleli, e, a ogni passo avanti che la coda faceva – una lunga coda che invece d’andar dritta, come pure avrebbe potuto, seguiva una casuale linea a zig-zag, un po’ in salita un po’ in discesa – pesticciando in su oppure scivolando giù di fianco a seconda del punto in cui si trovavano, e subito ripuntellandosi ai bastoncini, spesso andando a gravare del proprio peso i vicini di sotto, o cercando di liberare racchette di bastoncini da sotto a sci dei vicini di sopra, inciampando negli sci andati a mettersi per storto, chinandosi ad aggiustare gli attacchi e arrestando così tutta la fila, togliendosi le giacche a vento o i maglioni o rimettendoseli a seconda se il sole appariva o spariva, ricacciando le filze di capelli sotto il copriorecchi di lana o gli sbuffi delle camicie a scacchi dentro le cinture, cercando i fazzoletti nelle tasche e soffiandosi i nasi rossi e gelati, e per tutte queste operazioni togliendosi e rimettendosi i guantoni che talvolta cadevano nella neve e bisognava con la punta dei bastoncini ripescarli: quest’agitazione di piccoli gesti scomposti percorreva la fila e diventava frenetica al suo culmine, là dove bisognava aprire le cerniere-lampo di tutte le tasche per cercare dove s’erano cacciati i soldi per il biglietto oppure il tesserino e porgerlo all’uomo dello skilift che ci faceva i buchi, e poi rimettersi la roba nelle tasche, e i guantoni, e unire i due bastoncini uno con la punta infilata nella racchetta dell’altro per tenerli con una mano sola, tutto questo superando la piccola salita della piazzola dove bisognava essere pronti a mettere a posto l’àncora dello skilift sotto il sedere e a lasciarsi trascinare su di strappo.

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Pubblicato

2015-01-20

Fascicolo

Sezione

Articoli