Lettera a una professoressa nell'epoca della tecnica
DOI:
https://doi.org/10.7347/IAT-IV-01-18_08Parole chiave:
the word as storyteller, context of reality, informal culture as the starting point , collective writing as processAbstract
In questi miei dialoghi ho considerato utile far emergere le tante problematiche, rappresen‐tative della nostra società nell’Epoca della Tecnica, utilizzando la scuola come specchio.
È stato per me importante, per individuare le falle di un sistema che ormai fa acqua da tutte le parti, riflettere con quelle figure che sono ancora libere da contaminazioni “esperte”.
In primo luogo, il nostro Priore il cui scopo essenziale è stato quello di liberare la Scuola del‐l’Obbligo dalle troppe astrazioni e ricondurla al “contesto di realtà” vissuto dall’allievo. Nel ri‐spetto dell’individuo, Lorenzo offriva un vocabolario solido e capace di esprimere la propria cultura, quella informale diventa il punto di partenza del processo educativo. I risultati evocati nell’intervista si riferiscono alla rete di scuole denominata “Barbiana 2040”, dove abbiamo dato vita ai nostri laboratori di scrittura.
Le domande ci conducono lontano, ci posizionano sui grandi tavoli, che ci aggregavano a cer‐chio, e ci fanno rivivere, con spirito libero e critico, i percorsi didattici della nostra vecchia scuola. Dove mai abbiamo vissuto l’esperienza della lezione frontale o del libro di testo.