Richiesta di contributi n. 198 (2025)

2025-01-03

L’universale pedagogico-educativo dell’attività fisica e della pratica sportiva: problemi e prospettive

Oggi per l’attività fisica e lo sport sono tempi d’oro, a giudicare dal riconoscimento di cui essi godono e, soprattutto, osservando la diffusione straordinaria che interessa ogni età: dai bambini agli adulti, dagli adulti agli anziani, fino alle persone diversamente abili senza quelle barriere sociali ed economiche che hanno loro spesso compromesso l’accesso. L’universalizzazione della pratica fisica e sportiva è la cifra educativa della nostra epoca. Che comporta un costante aggiornamento sotto il profilo tecnico e non solo. Ad essa si deve, infatti, l’oggettiva mobilitazione nella ricerca di spazi materiali e specifici, il ricorso ad investimenti in strutture, l’apporto ideativo, progettuale, gestionale e finanziario di enti pubblici. Ma molto rilevante ed auspicabile è pure il ruolo delle associazioni private, i cui meriti sono però, non di rado, appannati da interferenze e condizionamenti politici, culturali, economici e di mercato, a partire dallo sport più “gettonato”: il calcio.

Questa straordinaria crescita di interesse e partecipazione dell’attività fisica è il portato più tangibile del progresso in ambito igienico-sanitario, ma soprattutto nel contesto ampio e articolato dell’educazione, per troppo tempo schiacciata da una specie di tallone d’Achille, la deriva verso un astrattismo culturale, frutto di un’ antropologia smaterializzata, estranea sia al corpo che all’esperienza. Oggi finalmente si è imposta una visione olistica, che esalta l'armonia mente-corpo, le cui componenti immateriali – cognitive, emotive, sentimentali, morali, integrate alle parti corporee – possono rendere ragione delle dinamiche della vita, in ogni momento della nostra esistenza personale. In tal modo, il potenziale educativo dell’attività fisica e dello sport viene apprezzato in termini di realizzazione unitaria della persona, di inclusione, di competenze personali, relazionali, sociali, financo lavorative.

Corpo e mente. Cultura e sport. Attività motoria ed educazione. Ma in quale rapporto stanno le due componenti di questi binomi? O meglio: fino a che punto la valorizzazione pedagogica dell’attività fisica e sportiva è tenuta presente nelle diverse strutture preposte? In contesti educativi formali, come la scuola, è stato fondamentale l’inserimento, il 26 luglio del 2023, dell’articolo 33 nella nostra Costituzione. Il passo successivo è rappresentato dal riconoscimento del “valore educativo, sociale e di promozione del benessere psicofisico dell’attività sportiva in tutte le sue forme”, inserendo l’insegnamento di scienze motorie nelle classi quarte oltre alle quinte. Restano delle riserve sul tipo di sensibilità pedagogica presente negli ambienti educativi informali, in cui lo sport amatoriale non di rado viene impostato con una prospettiva professionale, dove non si piò negare il rischio facilmente verificabile anche in contesti a non elevata presenza di miraggi di carriera e successo: quello di penalizzare, mortificandoli e allontanandoli, i soggetti che si percepiscono impari rispetto alle aspettative dell’organizzazione, non di rado portate a privilegiare il versante economico e di ritorno dell’immagine.

Dal quadro tracciato resta fuori un altro aspetto non secondario: la dipendenza che può creare un’attività fisica esasperata, come nel caso dei cosiddetti “palestrati”, in cui il rapporto tra fitness e salute è portato alle estreme conseguenze, gettando un’ombra sul valore e l’autenticità dell’attività fisica. Nell’ universo variegato e plurale dello sport, finiscono inevitabilmente per imporsi anche habitus non sempre congeniali ad uno sviluppo educativo coerente.

Per affrontare le questioni educative aperte in questa sintetica carrellata, il numero della rivista intende raccogliere contributi teorici e di ricerca aperti anche ad una prospettiva internazionale. Duplice è l’obiettivo: approfondire il significato pedagogico nella pratica fisica e sportiva con riferimento ai diversi contesti educativi operativi (scuola, famiglia, associazioni sportive e ricreative); valorizzare le peculiarità metodologico-didattiche richieste in rapporto alle età e ai bisogni educativi dei soggetti. Sono auspicabili riferimenti storico-pedagogici e letterari, nonché la presentazione di esperienze educative argomentate pedagogicamente.

Tematiche suggerite, che non escludono altre proposte:

  • La pratica sportiva come processo educativo: problemi e prospettive

  • La pratica sportiva come esperienza di inclusione sociale

  • Merito, demerito, giustizia e solidarietà nella pratica sportiva

  • Sport amatoriale e sport professionale, analogie e differenze

  • La formazione pedagogica degli operatori sportivi

  • La formazione pedagogica degli insegnanti di scienze motorie

  • Educazione fisica, pratica sportiva e formazione di competenze: quale rapporto?

  • Educazione fisica adattata (APE- Adapted Physical Education) per l’inclusione degli alunni speciali (BES; DSA; con Disabilità): aspetti metodologici

  • Importanza dell’analisi del compito motorio (task analysis) nell’ educazione fisica adattata.

  • Evoluzione del gioco motorio per gli studenti con BES, DSA, Disabilità,

  • Valori etici emergenti nella pratica fisica e sportiva

  • Cura del corpo, cura della persona

 

Scadenze:

Saranno date comunicazioni di non accettazione dell’abstract via email all’Autore/Autrice entro il 18 marzo 2025;

  • invio del contributo, in file word e pdf, completo di: abstract, in italiano e in inglese, relative parole chiave, nome e cognome dell’A. (e, se il testo è a più mani, di ciascun/a Autore/Autrice, con precisazione della parte svolta da ciascuno/a) , ente di appartenenza ed email istituzionale . Il contributo, di almeno 25.000 (venticinquemila) caratteri, spazi inclusi,  dovrà essere inviato entro il 10 aprile 2025 a: donatella.lombello@unipd.it; carla.xodo@unipd.it; aspeinazionale@gmail.com;

  • data di pubblicazione: 30 giugno 2025.

I contributi saranno valutati con un processo di peer reviewing in modalità double blind : scadenza per eventuali modifiche richieste dai referees : 10 maggio 2025.

LINK ALLE NORME EDITORIALI download

 


A partire dal n. 198/2025 “Pampaedia” accoglierà sia articoli in risposta alla call, sia articoli “liberi” su tematiche pedagogico-didattico-educative d’attualità o di particolare rilievo, riguardanti ricerche storico-pedagogiche, o relative alla pedagogia della lettura, della biblioteca scolastica e per ragazzi, della letteratura per l’infanzia (referaggio a doppio cieco). I contributi di entrambe le Sezioni- in risposta alla call e/o “liberi”- saranno soggetti a referaggio a doppio cieco e seguiranno le norme editoriali indicate nel sito.