CALL Women & Education 2/2025
Genere e insegnamento. Percorsi educativi, progettazioni scolastiche e pratiche didattiche
La Pedagogia di genere in Italia da diversi decenni si occupa della relazione educativa in classe tra docenti e allievi/e e della formazione di un rapporto di rispetto tra maschi e femmine. A partire dal classico Dalla parte delle bambine di Elena Gianini Belotti (1973), il mondo pedagogico accademico comincia gradualmente a prendere atto che i movimenti femministi delle insegnanti reclamano nuovi modelli educativi da proporre a scuola, a partire dai libri di testo e dai saperi così come vengono da sempre tramandati in forme maschiliste, con libri di testo di storia recanti solo presenze maschili o libri di testo di scienze dove le figure femminili si affacciano molto raramente. E proprio nelle scuole di ogni ordine e grado dove la presenza femminile come docenti è altissima, si continua a tramandare spesso tramite donne insegnanti inconsapevoli della loro identità di genere, figure e modelli esistenziali che la società stessa sta superando, soprattutto dopo la rivoluzione culturale del '68 (Pinto Minerva, 1977).
Con il movimento della "Pedagogia della differenza" diffuso tra Verona, Padova e Milano le cose cambiano, e poi a partire dagli anni Novanta assistiamo ad un ricco fiorire di studi Pedagogici sull'istruzione e l'educazione delle donne, a Firenze (Ulivieri, 1992; Campani, 2010), Roma (Covato, 2006; Durst 2008; Roverselli, 2017), Messina (Bolognari, 1991), Bologna (Leonelli, 2003), Piacenza (Iori, 1994), Napoli (Marone, 2002).
Con la riforma universitaria operata da Luigi Berlinguer nuove discipline compaiono e tra queste in poche sedi universitarie vengono istituiti insegnamenti di "Pedagogia di genere", non senza qualche avversità. Si apre infatti un ricco dibattito sul rapporto tra genere e educazione, dove il termine genere viene designato a partire dagli studi anglosassoni sul gender, per designare il carattere sessuato dell'identità socioculturale delle persone, dei ruoli nelle famiglie, delle relazioni tra i sessi.
Nella scuola si inizia a diffondere attraverso nuove, giovani generazioni di docenti una didattica contro gli stereotipi di genere, l'idea di far crescere insieme bambine e bambini senza costrizioni e percorsi rigidi (Guerrini, 2017). La società del Duemila in gran parte appoggia questi cambiamenti e le innovazioni che recano nei percorsi educativi. Anche perché anche le famiglie stesse si trasformano e con esse i ruoli parentali (Gigli, 2011; Loiodice, 2014; Roverselli, 2017).
Nelle scuole medie e superiori i rapporti tra ragazze e ragazzi divengono spunto di didattiche in classe, riconoscimento di identità diverse ma paritarie, rifiuto della prevaricazione di un sesso sull'altro.
Ci si rende sempre più conto che anche gli atti di violenza uomo/donna, lo stesso femminicidio diffuso, hanno necessità per essere superati e rimossi di una educazione nuova rivolta sia alle ragazze per decostruire il loro immaginario e far acquisire loro una maggior consapevolezza identitaria, sia i maschi perché riescano a superare il maschilismo tossico loro inculcato e introiettato per secoli di "cattiva educazione" (Ulivieri, Burgio, Lopez, Crivellaro e Nardone).
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La presente Call (2025/2) di "Women & Education" pone il problema del superamento nell'insegnamento scolastico, dal nido alle scuole superiori, dei condizionamenti educativi acquisiti, proponendo una didattica e dei contenuti di genere.
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Bibliografia
Bolognari V. (a cura di) (1991). La scuola e le Pari Opportunità. Messina: Samperi.
Burgio G., A.G. Lopez (a cura di) (2023). La pedagogia di genere. Percorsi di ricerca contemporanei. Milano: FrancoAngeli.
Campani G. (a cura di) (2010). Genere e globalizzazione. Pisa: ETS.
Covato C. (2006). Memorie discordanti. Identità e differenze nella storia dell'educazione. Milano: Unicopli.
Crivellaro F., Nardone R. (a cura di) (2020). Educazione e questioni di genere. Percorsi formativi e pratiche educative tra scuola e territorio. Milano: FrancoAngeli.
Durst M. (a cura di) (2008). Donne in-segnate. Genere e riappropriazione di sé. Milano: FrancoAngeli.
Gianini Belotti (1973). Dalla parte delle bambine. Milano: Feltrinelli.
Gigli A. (a cura di) (2011). Maestra, ma Sara ha due mamme? Le famiglie omogenitoriali nella scuola e nei servizi. Milano: Guerini.
Guerrini V. (2017). Educazione e differenza di genere. Una ricerca nella scuola primaria. Pisa: ETS.
Iori V. (1994). Eloisa e la passione della conoscenza. Le insegnanti e i saperi nella relazione educativa. Milano: FrancoAngeli.
Leonelli S. (2003). Molteplicità. L'identità personale tra narrazione e costruzione. Bologna: Clueb.
Loiodice I. (a cura di) (2014). Formazione di genere. Racconti, immagini, relazioni di persone e famiglie. Milano: FrancoAngeli.
Lopez A.G. (a cura di) (2017). Decostruire l'immaginario femminile. Percorsi educativi per vecchie e nuove forme di condizionamento culturale. Pisa: ETS.
Marone F. (2002). La Pedagogia della Differenza e il pensiero postmoderno. Napoli: Luciano Editore.
Pinto Minerva F. (1977). "La scuola in mano alle donne o le donne in mano alla scuola?", in Nuova DWF, n. 2.
Piussi A. (1989). Educare nella differenza. Torino: Rosenberg & Sellier.
Roverselli C. (a cura di) (2017). Declinazioni di genere. Madri, padri, figlie e figli. Pisa: ETS.
Ulivieri S. (a cura di) (1992). Educazione e ruolo femminile. La condizione delle donne in Italia dal dopoguerra ad oggi. Firenze: La Nuova Italia.
Ulivieri S. (a cura di) (2014). Corpi violati. Condizionamenti educativi e violenze di genere. Milano: FrancoAngeli.
Scadenze:
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Gli abstract, con titolo e cinque parole chiave, sia in italiano che in inglese, vanno inviati ai seguenti indirizzi: w&e@pensamultimedia.it; simonetta.ulivieri@unifi.it entro il 10 luglio 2025.
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Risposta agli Autori/Autrici per accettazione contributi: 25/07/2025.
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Invio articolo tramite piattaforma OJS: 05/10/2025.
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Pubblicazione entro il 31/12/2025.