Le TIC tra digital divide, Universal Design e accessibilità
DOI:
https://doi.org/10.7346/sipes-02-2023-08Abstract
La rapida e costante evoluzione delle nuove tecnologie penetrate ormai in ogni attività della vita quotidiana, ha determinato e determina una continua trasformazione dello scenario sociale, politico, economico, produttivo, culturale e scientifico, rendendo il sistema più complesso. Inoltre, la loro diffusione nei diversi contesti di vita quotidiana, dal mondo del lavoro a quello della scuola, dal tempo libero all’uso domestico, dalla formazione extrascolastica all’università, hanno trasformato le abitudini e lo stile di vita di ciascuno di noi, oltre che il modo di apprendere, di pensare, di comunicare e di interagire. Oltre alle nuove possibilità legate all’utilizzo delle nuove tecnologie, vi sono tuttavia anche rischi e nuove forme di esclusione. Da alcuni studi risulta che dopo un’iniziale e forte diffusione dell’informatizzazione pubblica e privata, meno del 40% naviga con consapevolezza, dando vita a quello che viene conosciuto con il nome di digital divide, ovvero al divario personale e sociale in materia di ICT. Più specificamente, si tratta della disuguaglianza nell’accesso e nell’utilizzo delle TIC da parte di categorie di persone o di intere aree geografiche, alla cui base vi sono delle disparità di tipo economico, culturale, sociale, politico e tecnologico, o anche un mancato aggiornamento delle personali competenze in materia di nuove tecnologie dell’informazione e della comunicazione. In particolare, tra le competenze di base, ovvero quelle che tutti dovrebbero possedere a prescindere dal tipo di percorso formativo o scolastico prescelto, rientrano, come indicato anche dall’Unione Europea, l’alfabetizzazione digitale e la capacità di utilizzare strumenti di comunicazione telematica, ritenute indispensabili per adattarsi alla nuova gestione dei flussi di informazione della società attuale.
Necessarie diventano tali competenze se si considerano il loro utilizzo ormai esteso anche alle più semplici attività quotidiane, quali iscrizioni a scuola, università, cambio di residenza, svolte ormai telematicamente come previsto dalla Legge n. 35 del 2012 in materia di semplificazioni nei rapporti tra cittadino e Pubblica Amministrazione.
Emerge, inoltre, la necessità di tener conto del principio dell’accessibilità sin dalla progettazione di un dato strumento, sia esso un sito web o un altro tipo di sussidio (software, ma anche libri di testo e altro materiale didattico), ha posto al centro dei dibattiti il paradigma dell’Universal Design, che deriva dall’incrocio tra design accessibile, abbattimento delle barriere e Tecnologie Assistive. L’assunzione di base dell’Universal Design è che oggetti e ambienti devono essere progettati in modo accessibile e usabile per tutti, non solo per gli utenti con disabilità, così che non si debba intervenire post-realizzazione degli stessi per l’abbattimento delle barriere.
Con il presente lavoro si intende dare un contributo alla riflessione riguardo la necessità di uguaglianza nell’accesso e all’utilizzo delle tecnologie dell’informazione e della comunicazione. L’accesso alle tecnologie resta, infatti, tuttora un problema per alcune categorie di individui (persone con disabilità, anziani, migranti, ecc.) a causa di ostacoli di tipo economico, sociale, culturale e politico, nonché di divari preesistenti che colpiscono maggiormente le categorie più svantaggiate. Non è affatto scontato, inoltre, che un servizio o un dispositivo che potrebbe rivelarsi particolarmente utile per una persona con disabilità sia accessibile e quindi utilizzabile. Anche nei casi in cui siano state espressamente adottate misure volte a favorire l’accessibilità e l’usabilità da parte di persone con disabilità, non è scontato che queste si rivelino efficaci.
Molte sono le barriere che possono frapporsi tra il potenziale abilitante della tecnologia e la sua effettiva realizzazione. Alcune, come l’inaccessibilità di siti web e applicazioni, possono essere intrinseche alla tecnologia stessa, altre sono di natura culturale o burocratica.
La capacità di padroneggiare in maniera autonoma gli strumenti informatici per selezionare e produrre informazioni assume ormai uno degli elementi chiave per svolgere un ruolo attivo nella società e per partecipare concretamente alla vita della comunità di appartenenza, dove chi resta indietro potrebbe subire un’ulteriore esclusione.