Lettura della canzone O Venere formosa, o sacro lume, di Leonardo Bruni
Autori
Camilla Russo
Abstract
Il contributo propone una lettura della canzone O Venere formosa, o sacro lume di Leonardo Bruni. Il componimento, che si inserisce in una produzione in versi piuttosto esigua e scarsamente indagata dalla critica, viene analizzato con particolare attenzione alle fonti utilizzate. Risultano dominanti, in particolare, il lucreziano inno alla Venus genetrix, ripreso quasi alla lettera nella prima parte della canzone, e il Fedro di Platone, su alcuni passi del quale è costruito, di fatto, il discorso poetico delle ultime stanze. L’impiego simultaneo delle due fonti classiche, certamente significativo a quest’altezza cronologica, è posto al servizio di una concezione dell’amore nella quale si coniugano l’idea lucreziana di Venere come principio vivificatore della natura e quella platonica, che esalta l’amore come ‘divin furore’. In questa prospettiva sembrano anticipate, pertanto, alcune delle posizioni della pia philosophia di Marsilio Ficino.